una serata speciale ed un altro, micidiale “gancio” vincente di Bob Lienhard…
C’era il “tutto esaurito”, lunedì 3, alla Sala Zampese, nella sede della Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù…
oltre 300 presenze (allenatori ed ex giocatori – avversari – di Milano e Cantù, tanti appassionati di ieri e di oggi) a far da cornice alla rivisitazione (organizzata dal Museo del Basket di MIlano e dall’Associazione Cittadini Benemeriti di Cantù, ben condotta dall’inossidabile Dino Merio) dei moltissimi, accesi derby cestistici tra Milano e Cantù dagli anni ’50 ai giorni nostri…
ma questo era solo un “pretesto”…
in realtà tutti quanti erano lì (io e Susanna compresi) per tributare il giusto omaggio ad un grande personaggio, Bob Lienhard, molto di più dell’ottimo giocatore che ha contribuito, e non poco, ai successi canturini negli otto anni in cui ha militato in Brianza, e che ha saputo poi brianzolizzarsi come fosse nato e vissuto sempre lì…
un grandissimo campione, cui è legato il ricordo dei miei “primi passi” nel meraviglioso mondo della palla a spicchi… (vedi link)
per me e Susanna l’occasione, sempre piacevole, di rivedere amici con i quali abbiamo condiviso gli anni trascorsi in Brianza, ed ogni volta se ne aggiunge qualcuno…
magari con lo sforzo iniziale di dare un nome ad un volto, comprensibilmente cambiato nel corso di qualche lustro…
per me, rispetto a Susanna, il valore aggiunto rappresentato dal fatto di poter rivivere, attraverso filmati e testimonianze dei protagonisti dell’epoca, le emozioni degli intensi derby vissuti da tifoso prima ancora che le nostre storie si incrociassero…
(clicca per ingrandire)
come dimenticare Danilo Zonta, che in pratica non giocava quasi mai, messo in campo da coach Taurisano (perché gli altri erano tutti fuori per falli) nei secondi finali di un derby del novembre 1971 contro il mitico Simmenthal?
Entrò, e subito ci costò una palla persa…
quasi a giustificare la nostra disperazione al suo ingresso in campo…
poi, puntuale, la sua “vendetta”: Zonta riceve la palla appena fuori area (forse avevano deciso di difendere forte sugli altri…), fa un paio di palleggi quasi insensati e poi si butta dentro…
davanti a lui ci sono due marcantoni come Masini e Kenney, appena dietro c’è “grillo” Bariviera…
roba da pazzi buttarsi lì in mezzo per un “nanerottolo” come lui…
e lui si inventa un lob, con il pallone che sale in alto, tocca, quasi sfiora il tabellone, e la palla ricade in perfetta verticale proprio lì, dentro il canestro…
due punti e derby vinto, 69/67…
Lo stavo raccontando a Susanna, ma mi sono interrotto…
Sul palco c’era proprio lui, comprensibilmente un po’ appesantito dagli anni, a raccontare, esattamente così come me lo ricordavo, il finale di un derby che lo ha consegnato, indelebilmente, alla storia del basket canturino…
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come dimenticare i tre derby di semifinale playoff del campionato 1980-81?
In gara 1, a Milano, la Squibb Cantù aveva sorprendentemente battuto di due punti il Billy Milano; in gara 2 l’illusione di un’apoteosi casalinga fu vanificata dalla vittoria, sempre per soli due punti, del Billy.
La delusione fu cocente; il mercoledì, per gara 3, non si poteva mancare.
Ci andai con Luigi, magazziniere della farmacia in cui lavoravo in quel periodo, e con Roberta Ranieri, capitana del “mio” Basket Costamasnaga.
Parcheggiai la macchina nei pressi del palazzone.
Quel derby fu uno dei più intensi, forse il più intenso, nella storia dei derby tra Cantù e Milano…
il pareggio acciuffato da Cantù con un canestro del protagonista più inatteso, Giorgio Cattini, dopo l’errore dalla lunetta di Boselli che avrebbe dato il + 3 a Milano…
I due allenatori, Bianchini e Peterson, entrambi espulsi…
due tempi supplementari…
l’esplosione di un immenso, stratosferico Riva (19 anni) con i suoi 32 punti…
e la vittoria, con un solo punto di scarto…in casa loro…
Ricordo perfettamente tutto di quella semifinale…anche il post partita…
all’uscita trovammo la mia macchina, la cara vecchia Ford Fiesta, con il lunotto frantumato dagli ultras milanesi…
riuscii ad indicare il gruppetto ad alcuni poliziotti…
passava di lì la macchina con a bordo Pierluigi Marzorati ed Antonio Cappelletti…
”affidai” Roberta ad Antonio, che abitava dalle nostre parti, io e Luigi raggiungemmo la questura di via Moscova, assieme al Dr Meerseman, il chiropratico della Squibb Cantù, che pure aveva avuto la vettura danneggiata dallo stesso gruppo di ultras…
facemmo tardi in questura quella notte, ma fu molto utile: alcuni ultras, fermati a seguito della segnalazione, ammisero di essere gli autori del danneggiamento ed il danno fu rimborsato…
interpretai quell’epilogo come un’altra, cocente sconfitta “dei milanesi”…
Cantù volò in finale e conquistò il suo scudetto liquidando la Sinudyne Bologna priva di Mc Millian.
L’anno successivo Cantù vinse la Coppa Campioni, battendo in finale il Maccabi; il Billy Milano vinse lo scudetto e nella stagione 1982-1983 entrambe le squadre parteciparono alla Coppa Campioni, regalandoci una finale, tutta italiana, a Grenoble.
E chi si dimentica quel derby?
A Grenoble ci andai in macchina, con alcuni amici canturini, tra i quali Ciro Cofrancesco, che ho rivisto proprio lunedì…
A 45 secondi dalla fine, con Cantù sul +7, iniziammo tutti a festeggiare, Wally Bryant lo fece anche sul campo…
Il Billy Milano reagì come un leone ferito, Cantù si inceppò e fu così che a 15 secondi dalla fine il tabellone indicava 69-68 per Cantù, ma la palla era in possesso del Billy Milano…
D’Antoni guidò l’attacco con molta lucidità, “pescò” Boselli sul lato destro dell’attacco, il tiro, apparentemente facile, andò sul ferro…
Vittorio Gallinari (papà di Danilo) prese il rimbalzo d’attacco e tirò immediatamente da mezzo metro…
per una frazione di tempo, che ci sembrò interminabile, vedemmo profilarsi la più atroce delle beffe…
fortunatamente, in quella frazione di secondo, arrivò sul pallone la prepotente stoppata di Jim Brewer…
e fu grande festa, per la beffa evitata e, soprattutto, per la conquista della seconda, consecutiva Coppa dei Campioni.
Uscimmo dal palazzetto di Grenoble, pioveva a dirotto, quando raggiungemmo la macchina eravamo letteralmente fradici, ma felici…
In quel momento non lo sapevamo, ma avevamo assistito all’ultima Coppa Campioni vinta da Cantù…
così come due anni prima avevamo assistito a quello che, ad oggi, è l’ultimo scudetto vinto da Cantù…
lunedì sera, a Cantù, ho assaporato il piacevole gusto di quei ricordi…
i video, il saluto a tante persone che non vedevo da tempo ed il piacere di ritrovare, come sempre accade in queste occasioni alle quali cerco di non mancare, nonostante la distanza da Genova, il senso di appartenenza ad una comunità, quella canturina, orgogliosa di avere scritto pagine indelebili nella storia del basket, non solo italiano…
un orgoglio che è emerso, discreto e prepotente nello stesso tempo, dalle parole dei molti campioni del passato presenti alla Sala Zampese…
Recalcati, Marzorati, Della Fiori, Riva, Bariviera, Cattini, Farina, Meneghel, Bosa, Sala, Zonta, Merlati, Cappelletti, Valsecchi, il “sintetico”, immancabile, Gianni Corsolini…
un sentimento riconosciuto anche dai molti “avversari” presenti, Boselli, Bianchi, Polzot, Lucarelli, Papetti, Guidali, Crippa, Veronesi e, in video, Chuck Jura (lo “sceriffo del Nebraska”) ed un simpaticissimo, scoppiettante Arturo Kenney…
e, per finire, il gustosissimo, imperdibile “siparietto” tra due personaggi che, già da soli, “fanno spettacolo”: Dan Peterson e Valerio Bianchini, i due coach di quel memorabile derby di semifinale playoff…
(clicca per ingrandire)
insomma, tanti ingredienti, dolcissimi, cui si è aggiunto, per me, il nobile sapore del prestigioso Nero d’Avola, quello contenuto nella bottiglia celebrativa di un derby particolare, quello della sorprendente vittoria canturina sull’Armani Milano, lo scorso anno, in Coppa Italia…
me l’ha portato l’amica Teresa, unitamente all’album delle figurine della storia di Cantù che (come mi aveva promesso) ha appositamente completato per me…
un clima di vera festa che, come ho detto all’inizio, è stato in realtà il piacevole “pretesto” per ricordare Bob Lienhard, scomparso di recente, uno dei giocatori che hanno contribuito a scrivere alcune tra le pagine più importanti di questa storia …
non “solo” un grande campione ma, come hanno sottolineato compagni ed avversari di allora, un vero e proprio signore, dentro e fuori dal campo…
nel corso della sua avventura cestistica a Cantù ha conosciuto Angela, che è diventata sua moglie e non è più tornato negli Stati Uniti…
è diventato, a tutti gli effetti, parte viva di questa piccola ma prestigiosa comunità, imparando il dialetto brianzolo, nel tempo diventato la sua “lingua preferita”…
Nel corso della serata sono stati presentati alcuni spezzoni di una bella intervista realizzata da Dino Merio, dalla quale è emerso lo spessore umano di Bob.
I suoi ex compagni, guidati dal capitano di allora (anni ’70) Charly Recalcati, sono andati spesso a trovarlo, soprattutto nel periodo in cui si sono manifestati i problemi di salute di Bob.
Ed in queste serate in pizzeria paradossalmente era lui, Bob, a tenere alto il morale dei suoi compagni di 40anni fa…
Come ha ricordato Recalcati, Lienhard era giocatore altruista, perfetto per il meccanismo di quella squadra che aveva bisogno di un giocatore con quelle caratteristiche, ed era altruista anche fuori dal campo…
con la moglie Angela (presente e visibilmente commossa dall’affetto per il “suo” Bob) ha sostenuto le attività dell’Associazione di Volontariato “La Soglia”, che offre assistenza a decine di giovani studenti.
E proprio a questa benemerita Associazione sono stati destinati i proventi della serata.
A Bob avrà fatto piacere…
quasi come un gancio vincente in un derby…
dal sito del Museo del Basket di Milano
Cantù-Milano, storie, personaggi e numeri di una rivalità senza fine