Negli anni scorsi, giusto per mio divertimento, alla serata finale di Sanremo pubblicavo due podi, quello relativo ai miei gusti personali e quello relativo ai “pronostici di voto”, non sempre coincidenti.
Quest’anno non c’è gusto…
almeno in apparenza, ma dovrebbe essere così…
Marco Mengoni vincerà a mani basse, meritatamente.
Ultimo, che vinse le “Nuove proposte” nel 2018, è “tanta roba” (anche ieri sera nel duetto “alla pari” con Eros Ramazzotti), ma resta un gradino sotto.
Il terzo posto se lo giocano Mr Rain e Lazza, entrambi (almeno per me) una piacevole scoperta.
Lazza tanto spessore musicale, Mr Rain con uno dei motivi più orecchiabili ma non per questo meno degno di considerazione, soprattutto a Sanremo.
Altrettanto orecchiabile (sempre per me) “Made in Italy” di Rosa Chemical, che resta nella mia cornice di quanto abbia maggiormente apprezzato, unitamente ai divertenti Colla Zio, ai sempreverdi Articolo 31, al “ritorno” di Kekko dei Modà, all’ormai maturo Leo Gassman (una delle interpretazioni “più pulite” sul piano vocale) ed all’intensa Madame.
Un capitolo a parte lo merita Elodie: l’ho ammirata di recente nel suo straordinario esordio cinematografico (lo stupendo “Ti mangio il cuore”), un’esperienza che sottolinea la sua poliedricità, con una grande padronanza del palco mostrata anche ieri sera nel duetto con Big Mama.
La sua indiscutibile, straordinaria bellezza, unita ad un sex appeal da urlo, è di certo un valore aggiunto e non l’unico motivo per non perdere le sue performances…
Molto bello il brano presentato a Sanremo ma “buca” meno rispetto a quello che penso possa essere il podio.
Ed a proposito di brani che “non bucano”, un’ultima riflessione su Giorgia.
Ieri sera, nel fantastico duetto con Elisa, ha dimostrato che le grandi qualità vocali che l’hanno portata a vincere nel 1995 con “Come saprei” ed a sfiorare il bis nel 2001 con “Di sole e d’azzurro” sono ancora intatte.
Ancora una volta, come le è già capitato in passato, paga la pessima scelta di un brano assolutamente “dimenticabile”…
peccato…
Infine, una menzione particolare per Amadeus.
Quando gli venne affidata per la prima volta la conduzione e la direzione artistica del Festival rimasi abbastanza stupito, perplesso…
mi sbagliavo di grosso, ha saputo rivoltare come un calzino uno degli appuntamenti televisivi (e non solo) più attesi ogni anno, svecchiandolo il giusto, facendo conoscere al grande pubblico giovani parecchio interessanti, senza rinunciare alla fetta più tradizionale del pubblico della tv generalista, con impennate di nostalgia non fine a se stessa, con interpreti “datati” solo sul piano anagrafico ma musicalmente ancora straordinari.
E poi, dulcis in fundo…
l’impareggiabile Fiorello, in grado di fare intrattenimento piacevole, divertente, “dal nulla”, l’unico in grado di farmi stare sveglio fino alle 3, con il rammarico che non andasse anche oltre…
la risposta a tutto questo è anche (pur se non solo) nei numeri da record di telespettatori che, per ritrovarli analoghi, occorre risalire ai primi anni ’90, quando ancora non c’erano le realtà televisive e del web a fare la concorrenza che c’è ora…
perché è vero, Sanremo è Sanremo…
ma bisogna anche saperlo fare…
