poi…maidiremai…dovessi campare fino al 2033…

poi…maidiremai…dovessi campare fino al 2033…

Sono passati poco più di due anni da quella sera (22 maggio 2022) in cui, dopo aver visto in tv la vittoria del Milan a Sassuolo e conseguente conquista dello scudetto più inatteso, per giunta dopo 11 anni di digiuno, decisi di andare a festeggiare con altre migliaia di tifosi rossoneri a “Casa Milan”.

Con l’apoteosi all’arrivo del pullman con la squadra, ed il coro “Pioli is on fire” a squarciare la notte…

Avevo deciso di andarci perché, considerata l’età (mia) e la statistica, non ero certo di poter vivere così a lungo da potermi consentire un’altra simile occasione…

Si sa che la saggezza è di norma patrimonio che si conquista, ed accumula, con l’età, e non ho evidentemente fatto eccezione…


E ieri sera se ne è avuta l’ennesima dimostrazione…
Quel” Milan non c’è più…

Quel gruppo coeso di giocatori con poche “stelle” (o potenziali tali) e tanti onesti “lavoratori del pallone”, consci dei propri limiti e per questo in grado di lottare su ogni centimetro quadrato del campo ed in ogni ruolo affidato (vedi Krunic), così ben amalgamati dalla guida tecnica di Pioli, probabilmente più bravo a creare il gruppo che non sotto il profilo squisitamente tecnico, quel gruppo non c’è più.

Si sono ceduti con molta leggerezza, sull’altare di esigenze economiche sempre più letali nel mondo del calcio gestito dai fondi finanziari, giocatori che avevano mostrato grande dedizione “alla causa” sostituendoli con un manipolo di “professionisti” ad oggi apparentemente “senza cuore”, che finiranno con deludere anche chi, aldilà dell’aspetto tecnico, si era illuso di “fare l’affare”, con nuove future “plusvalenze”, vero e proprio “vangelo” per i fondi di cui sopra…

Si è liquidato in modo ignobile Paolo Maldini, che nel suo nuovo ruolo, al netto di qualche inevitabile “fregatura”, aveva ben operato sul mercato…

lo si è liquidato motivando la decisione con la sua presunta idiosincrasia ad un lavoro di gruppo con dirigenti e proprietà, e si è affidato, in palese contraddizione, un “non ruolo” ad Ibrahimovic, che in conferenza stampa in settimana ha dichiarato, spavaldamente, di decidere tutto da solo ed affermando che gli altri lavorino tutti per lui.

Una spavalderia che sul campo è stata determinate per risollevare il Milan dalle secche in cui era finito e per condurlo all’inatteso scudetto, e di questo bisogna essergliene profondamente grati, ma che non può funzionare, da dirigente o presunto tale, per mascherare quella che, almeno ad oggi è un’evidente incapacità a ricoprire quel ruolo.

Che al Milan manca e che per altre società (vedi ad esempio l’Inter con Marotta, addirittura elevato a ruolo di presidente) è stato determinante per costruire, pur in grandi difficoltà economiche, una continuità che gli scudetti di Milan e Napoli sembravano aver offuscato.

E quindi, tornando all’origine del post, benedetta la saggia intuizione di quella sera del 22 maggio 2022, che mi ha consentito di vivere una festa che, dentro di me, sarà sempre viva…

soprattutto quando, come mi è capitato ieri sera e l’altra settimana dopo le prime tre partite di campionato, quel coro (“Pioli is on fire”) che squarciava la notte è stato da me sostituito dal più malinconico “La festa appena cominciata, è già finita”…

che poi, a pensarci bene, quel triste incipit di “Canzone per te”, stupendo brano scritto dallo straordinario Sergio Endrigo, può anche essere di buon auspicio visto che sorprendentemente vinse Sanremo nel 1968…

che poi però, a pensarci ancora meglio, Sergio Endrigo lo vinse in coppia con Roberto Carlos

un grandissimo cantante brasiliano, omonimo però del terzino che con la maglia dell’Inter disputò due ottimi campionati nel 1995 e nel 1996, vincendo poi di tutto con il Real Madrid…

no, niente…
a pensarci veramente bene, meglio non illudersi e tornare ad esercitare quella “saggezza” che in teoria in questi due ulteriori anni, con il superamento di quota 70, dovrebbe essersi rafforzata…


poi, maidiremai…
dovessi campare fino al 2033…

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