…perché Sanremo è Sanremo…

 

il mio Sanremo 2019: Baglioni 2, gli ascolti, il meccanismo di voto, risultato invertito?, l’incoerenza del Codacons, i presunti “esperti di mercato”…perché Sanremo è Sanremo…

Chi mi conosce lo sa…

ho una particolare predilezione per il Festival di Sanremo…

da piccolo facevo acquistare dai miei il libriccino con i testi delle canzoni (che poi sostituii con “Sorrisi E Canzoni TV”), nei giorni precedenti il Festival leggevo i testi delle canzoni, i titoli, gli interpreti, gli autori…

E nelle sere festivaliere, davanti alla Tv con papà, mamma e mia sorella Augusta, mi divertivo, con il solo ausilio della memoria, a precedere il presentatore di turno “annunciando”, all’apparire dell’artista sul palco, titolo ed autori…

non mancavano gli sbuffi di mia mamma che, ne sono certo, si mostrava infastidita da queste mie performances ma sotto sotto…

Il Festival ha avuto alti e bassi sia in termini di qualità che di popolarità, ci furono anni in cui addirittura non venne “coperto” dalla diretta Tv, ma ha saputo risorgere dalle sue ceneri e, telegiornale a parte, è l’appuntamento Tv più longevo, arrivato ormai alla soglia dei 70 anni, con le sue ormai immutabili “liturgie” che, a mio modesto avviso, contribuiscono comunque al perpetuarsi del suo fascino, un po’ come la S. Messa cantata la notte di Natale…

In questi ultimi anni lo seguo in versione parallela, cioè diretta tv e contemporanei commenti social, un divertimento che ogni anno mi dà l’occasione di interagire con Veronica Mauro e Daria Irene Burla.

Le ho conosciute il 4 agosto 2010, in occasione del concerto dei Subsonica al PalaCep.
Veronica (triestina) e Daria (veronese) non si perdevano un concerto dei Subsonica e quel giorno si diedero appuntamento con altre loro amiche e fans al Pianacci, di primo mattino, molte ore prima del concerto.

Con Veronica, Daria, Paola Soldi (romana), Fabiana Blu ed Anamaria Robu (torinesi), “rinchiuse” tutto il giorno all’interno di uno spazio transennato (che venne chiamato “Subsonic Zoo”), si generò immediatamente una particolare simpatia, ed anche se non abbiamo avuto più occasione di incontrarci il loro ricordo scatta in un nanosecondo non appena sento citare i Subsonica…

Qualche anno fa, grazie a Facebook, ho “scoperto” che anche Veronica e Daria seguono il Festival e lo fanno come piace a me, con enorme affetto condito dalla capacità di prendersi gioco di tutto con spassosissima ironia pungente.
Ed è così che ogni anno, immancabilmente, alla “liturgia” immutabile del Festival si aggiunge l’appuntamento virtuale, irrinunciabile, con Veronica e Daria, cui si aggiungono di volta in volta altri amici Fb.

Ai miei “cazzeggi social” (una selezione, mica tutti…) dell’edizione 2019 ho dedicato questa pagina (link).

Un’edizione in cui le critiche, anche feroci, hanno trovato terreno fertile proprio nell’espressione più deleteria dei social, che nella loro deriva hanno dato voce, amplificandole, a becere, insopportabili, volgari cattiverie tragicamente “mascherate” da pretestuose “analisi politiche”, dalle quali hanno mutuato l’inconfondibile imprinting: schieramenti di parte da “bar sport” e poca (o nulla) predisposizione a confrontarsi in modo civile sulle analisi proposte da chi, a ragione o torto, ha una visione diversa delle cose, che viene immediatamente bollato come nemico vendutosi all’altra parte politica ed in quanto tale da massacrare a prescindere…

Sono trascorsi 15 giorni dalla finale, di Sanremo ormai non si parla più (i social divorano velocemente qualsiasi argomento) e forse è il momento ideale per pubblicare, senza incorrere nei meccanismi perversi sopra descritti, il mio parere su… 

Come direttore artistico nulla da eccepire: canzoni di qualità superiore alla media, un notevole “svecchiamento” (l’età media degli artisti 2019 è di 12 anni inferiore al cast dello scorso anno), il coraggio di selezionare brani con tematiche inusuali per il Festival ed espressioni musicali più vicine ai gusti degli attuali “consumatori” di musica.
Non ho capito l’esclusione del brano “Caramelle” dei Dear Jack, che a mio modesto avviso non avrebbe sfigurato in questo contesto, anzi…
ma, come si sa, è questione di gusti personali e le scelte, come è giusto che sia, sono state delegate al Direttore Artistico ed alla Commissione, e vanno accettate senza aprire il benché minimo spiraglio a dietrologie di ogni genere.
Mi è meno piaciuto il “Baglioni cantante”, con la smania, a lungo andare insopportabile, di volersi cimentare in duetti con tutti gli ospiti (e questo ci sta) con i loro successi (ed alcuni non sono proprio nelle corde del “nostro” Claudio).
Insopportabili gli sketch comici, ma qui le colpe vanno addossate agli autori e, probabilmente, al “freno a mano” determinato dalle polemiche pre-Festival, con l’accusa (grottesca) di ingerenze politiche per aver semplicemente risposto, in conferenza stampa, ad una domanda sul tema dell’immigrazione.

I detrattori più accaniti (quelli con motivazioni “politiche” per i motivi di cui sopra) hanno fin dall’inizio dato una lettura “politica” anche sui dati di ascolto, come se il presunto tremendo calo degli ascolti potesse essere interpretato come la “risposta del Paese” al “servilismo politico” di Claudio Baglioni.

I dati oggettivi sono invece più che positivi.
Una leggera flessione in termini percentuali (e quest’anno non ha avuto il traino di Fiorello, in diretta telefonica la prima serata) ma in ogni caso la media delle 5 serate indica 1 spettatore su 2 sintonizzato sul Festival (il 58% la serata finale).
In termini di numero di spettatori è evidente, dalla tabella qui sotto, che sia in atto, e non solo nella settimana sanremese, un calo dei numeri complessivi

Edizione	Share medio nelle 5 serate	numero medio di spettatori sintonizzati sul Festival	su un totale di
2018	52.16%	10.870.000	20.840.000
2019	49.38%	9.800.000	19.846.000

Al termine del Festival, con la proclamazione della vittoria di Mahmood e della sua canzone “Soldi”, sono scoppiate le polemiche, ed anche qui gli “schieramenti” hanno ricordato quanto capitato nel pre-Festival a Claudio Baglioni.

Mahmood è italiano (con papà tunisino e mamma sarda), il suo brano è italiano, prodotto in Italia…ha scritto per ottimi artisti come Mengoni, Michele Bravi, Fabri Fibra…
due mesi fa ha vinto Sanremo Giovani (che gli ha dato il “pass” per il Festival)…

però molti hanno colto la palla al balzo: nel testo sono presenti le parole “Ramadan” e “narghilè”, la sua vittoria è scaturita da pareri nettamente discordi tra televoto (favorevole al secondo classificato) ed altre giurie…
ed ecco prendere il volo (non nel senso del trio terzo classificato) la teoria del complotto…
e Mahmood, italianissimo, viene subito additato (da uno degli schieramenti più “agguerriti”) come il simbolo della casta radical chic che fa vincere un migrante (sic!) alla faccia della “volontà popolare”…
e non è valso a nulla spiegare ai quattro venti la storia di questo artista, il meccanismo di voto, ecc…
ormai il tappo era saltato…

ma qual’era il meccanismo di votazione?

Più o meno lo stesso dello scorso anno, come si evince da questa tabella

	Televoto	Sala Stampa	Giuria demoscopica	Giuria esperti	Giuria d’onore
Sanremo 2018  serate precedenti la finale	40%	30%	30%
Sanremo 2018 Finale	50%	30%		20%
Sanremo 2019 1^ 2^ 3^  serata	40%	30%			30%
Sanremo 2019 Serata Finale e finale a tre	50%	30%			20%

L’unica differenza sta nella composizione della terza giuria, lo scorso anno composta da “esperti”, quest’anno composta da personalità del mondo dello spettacolo (Tv, cinema, informazione) presieduta da un indiscutibile grande musicista, Mauro Pagani.

Le polemiche hanno fatto leva sul fatto che la classifica del televoto (che aveva sancito la vittoria di Ultimo) sia stata totalmente ribaltata dalle altre giurie, che comunque complessivamente avevano lo stesso peso percentuale del solo televoto.

 

Qualcuno si domanda: come è stato possibile che si sia invertito il risultato finale? 
Come vedremo, non c’è stata alcuna inversione del risultato finale…

Ho letto (e ascoltato) diverse dichiarazioni rilasciate da giornalisti presenti in sala stampa e mi sono anche confrontato personalmente con chi, da molti anni, è presente (e lo era anche quest’anno) proprio in sala stampa.

Innanzitutto: la classifica che ha promosso Ultimo, Il Volo e Mahmood alla terna finale è stata determinata dai voti complessivamente acquisiti nella prima, seconda, terza e quinta serata (la quarta era dedicata ai duetti), in cui il TeleVoto aveva sempre un peso pari al 50%.

I più votati dalla Sala Stampa erano Bertè, Cristicchi e Silvestri, però nessuno di questi, nella classifica complessiva delle 5 serate, ha passato la selezione finale; probabilmente la dispersione dei voti della sala stampa, che non si è concentrata su un unico candidato ma ha votato per puro gusto personale, non ha permesso a nessuno di loro di prevalere.

La sala stampa, alla fine, si è trovata a dover votare fra tre finalisti che non erano la “prima scelta” dei giornalisti.

Tra i tre rimasti quello che metteva d’accordo tutti era Mamhood, con il giusto equilibrio tra divertimento, qualità, tematiche e musica.

Un voto “di sinistra”?
No, la sala stampa conta circa quattrocento giornalisti, di tutte le testate italiane, non solo quelle orientate a sinistra.
E la sala stampa, proprio per la ovvia “competitività” tra i critici dei diversi giornali, non è orientabile in un senso o in un altro, ogni giornalista vota per proprio conto, nessuno si accorda con nessuno.

Con la “Giuria d’Onore” tutto cambia, perché si tratta di una giuria, che funziona quindi con meccanismi collettivi, è un organismo che prevede che venga presa una decisione dopo un confronto, cosa che certamente è avvenuta tra i giurati seduti in prima fila all’Ariston.

Quindi è ipotizzabile che la giura abbia scientemente e legittimamente deciso di mettere la maggior parte del suo peso, il 20% del totale, su un personaggio solo dei tre, con il classico meccanismo per il quale ogni giuria, anche quella del festival di Cannes o quella del festival di Venezia nel cinema o quella del Premio Strega in letteratura, decide un unico vincitore.

Lo hanno fatto perché sono di sinistra?
No, lo hanno fatto perché hanno valutato la qualità “artistica” del brano a loro avviso, liberamente.

E credo che quanto dichiarato dal grande Mauro Pagani ne sia la migliore testimonianza

 

E chi urla allo scandalo perché sarebbero stati violati i pareri del “popolo sovrano” dimentica forse alcuni semplici “dettagli”:

• il meccanismo di voto era noto fin dall’inizio, non c’era solo il televoto, e tutti gli artisti erano a conoscenza del meccanismo di voto (ripeto, assolutamente analogo a quello delle ultime edizioni);
• il televoto, quando è stato utilizzato come unico strumento di valutazione, ha mostrato in passato diverse lacune, con le major discografiche economicamente più “potenti” a poter condizionare pesantemente l’esito finale attraverso il pesante accaparramento di voti

sono certo che se fosse capitato il contrario, cioè se Mahmood avesse vinto grazie al televoto, ribaltando il parere delle altre due componenti, si sarebbe gridato al “complotto politico” di chi, comprando i voti, aveva osato ribaltare il verdetto degli esperti…
perché è evidente quale fosse la finalità della polemica, per la quale il meccanismo di voto è stato un pretesto utilizzato (maldestramente) come paravento…

e comunque, in buona sostanza, non è stato invertito alcun risultato finale…
che è, come da regolamento, la sommatoria, con percentuali diversi, delle tre classifiche (televoto, sala stampa e giuria d’onore)

Paradossale, a questo proposito, l’incoerenza del Codacons…
nel 2010 screditava il televoto (colpevole di aver premiato con il secondo posto, grazie a brogli, la canzone di Pupo Ed Emanuele Filiberto) e nel 2019 scredita le giurie che hanno osato mancare di rispetto…

FESTIVAL DI SANREMO 2010: TELEVOTO TRUCCATO?
IL CODACONS CHIEDE L’ANNULLAMENTO
23 febbraio 2010

(omissis)….
ciò che ha fatto scalpore è il secondo posto del trio Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici.
Ad alimentare sospetti è soprattutto il sistema del televoto così da richiedere da parte di oltre due mila mail di proteste, l’intervento del Codacons: “E’ evidente come il meccanismo del televoto non convinca più i cittadini, e a testimoniarlo è la sommossa dei telespettatori, i quali in massa si stanno rivolgendo alla nostra associazione.
(omissis)
Ci si chiede infatti come è possibile che i voti ai preferiti dall’Orchestra (Malika Ayane, Simone Cristicchi, Irene Grandi, così come “riveleato” dalla stessa durante la serata finale) non abbiano influito sulla graduatoria finale.
Dulcis in fundo anche Striscia la notizia, non ha evitato di alimentare ulteriori polemiche per quanto riguarda il sistema del televoto (così come sospettato da Codacons); il tg satirico ha messo in evidenza come è possibile acquistare un intero cali center e schede telefoniche per “aiutare” un cantante nelle classifiche decise dal televoto, lasciando intendere anche, attraverso la voce di una testimone, che uno degli artisti arrivato nelle zone alte della classifica, aveva già lo scorso anno comprato dei voti tramite cali center.

 

ESPOSTO DEL CODACONS: “IL PUBBLICO E’ STATO UMILIATO”
10 febbraio 2019
L’associazione dei consumatori chiede che si apra un’indagine per il meccanismo di voti che ha premiato Mahmood.
(omissis)
il Codacons annuncia che “depositerà domani un formale esposto all’Autorità per la concorrenza denunciando il meccanismo di voto dell’ultima serata del Festival, che ha di fatto annullato le preferenze espresse dal pubblico con possibile danno economico per i cittadini”.
(omissis)
il voto della sala stampa e della giuria d’onore ha ribaltato la classifica del televoto, assegnando la vittoria a Mahmood”.
Il problema è che, sempre secondo il Codacons, in questo modo “il voto del pubblico da casa è stato di fatto annullato e umiliato, con conseguenze enormi sul fronte economico, considerato che i telespettatori hanno speso soldi attraverso il televoto, un televoto reso inutile dalle decisioni delle altre giurie”. 

 

 

Sarebbe bello fare una ricerca sui social ed estrapolare i commenti di coloro che, partendo dal presupposto che la vittoria di Mahmood avesse una matrice “politica”, mettendo all’indice la giuria “radical chic”, ed avevano predetto, da “grandi intenditori”, che la loro più cocente sconfitta (e sconfessione) sarebbe arrivata dal “mercato”…
beh, evidentemente le giurie non erano così “incompetenti”…

“Soldi”, ad oggi, è il singolo italiano più suonato da sempre (Spotify) e tra le canzoni più ascoltate al mondo.

“Soldi” di Mahmood è il singolo italiano più ascoltato di sempre su Spotify
20 Febbraio 2019 

Mahmood, vincitore nella stessa edizione di Sanremo Giovani, del premio della critica Sanremo Giovani e del Festival di Sanremo, spadroneggia anche nelle classifiche di Spotify, Apple Music, iTunes e Earone e, secondo la classifica Fimi, il singolo Soldi è anche il più venduto.
Inoltre, stando ai dati, Soldi è anche il singolo italiano più suonato di sempre su Spotify.
Sia nell’arco di 24 ore in ambito global (il febbraio — 1.676.481 stream) che nell’arco di una settimana di rilevamento (8.223.614 stream), da venerdì 8 febbraio a giovedì 14 febbraio). Totalizzando a oggi la cifra impressionante di oltre 9 milioni di stream, il brano vola nella classifica Top 50 Italia di Spotify e si conferma da giorni tra le canzoni più ascoltate al mondo nella Top100 Global di Spotify (entrata più alta di sempre di un artista italiano nella Top5o Global al n.40 in data lo febbraio).
A oggi, il brano che ha vinto Sanremo è stato ascoltato più di 9 milioni in streaming e domina nella classifica Top 50 Italia di Spotify e si conferma da giorni tra le canzoni più ascoltate al mondo nella Top100 Global di Spotify (entrata più alta di sempre di un artista italiano nella Topso Global al n.40 in data io febbraio).

Il suo disco è uscito con un po’ di ritardo rispetto alla concorrenza ma, come indicato dai dati FIMI, è in vetta alla classifica

Classifiche FIMI, settimana 8 del 2019: Ultimo e Mahmood si contendono la vetta SINGOLI

Podio immobile rispetto alla scorsa settimana in cui i brani di Sanremo 2019 hanno fatto irruzione nelle classifiche.
A guidare è sempre Mahmood con la sua Soldi (#1) seguito da Ultimo con / tuoi particolari (#2) e Irama con la sua La ragazza con il cuore di latta (#3).
Classifica settimanale WK 8 (dal 15.02.2019 al 21.02.2019) 

(1) SOLDI – MAHMOOD
(2) I TUOI PARTICOLARI – ULTIMO
(3) LA RAGAZZA CON IL CUORE DI LATTA – IRAMA

 

Una “bella botta” a chi ha sproloquiato sulla necessità di attribuire l’unica, possibile competenza al televoto, nobile espressione del “popolo sovrano”…

che, come insegna la Storia (ricordate le vicende, circa 2000 anni fa, sul popolo chiamato a scegliere tra Gesù ed il ladrone Barabba???) non sempre risulta essere “illuminato”…

e, vorrei aggiungere, nella mia folta cerchia di amicizie non conosco nessuno che abbia investito 51 centesimi per votare da casa…
e chissà quanti l’hanno fatto, tra quelli che si sono prodigati a rivendicare, sui social, la centralità del televoto…

io non l’ho fatto, non ho votato in nessuna delle 5 serate…

me le sono gustate, ho espresso, in tempi non sospetti, i miei preferiti e quelli che pensavano potessero vincere, e tra loro non c’era Mahmood, che avevo timidamente indicato il 7 febbraio come possibile outsider solo dopo il secondo ascolto…

e nella “finale a tre” credevo proprio che la potesse spuntare Ultimo…

ho solo azzeccato due posti del podio, mancando, ahimè, proprio quello del vincitore…
ci riproverò, l’anno prossimo sarò pronto a “giocare” con un evento che, alla faccia dei suoi detrattori, è ancora lì, a catalizzare ascolti ed a generare discussioni da quasi 70 anni…

ci si domanda perché???
Semplice: perché Sanremo è Sanremo…