15 novembre 2016
Vinti a Genova 5 milioni di euro con un Gratta e Vinci…
Il divertente racconto-commento di Claudio Paglieri
(Claudio Paglieri, per “Il Secolo XIX”)
E PENSARE CHE QUESTA VOLTA NON VOLEVO NEANCHE GIOCARE
Lo sapevo che non dovevo passare da via dei Cebà.
Al mattino i ratti non ci sono, escono di sera, ma non dovrebbe esserci neanche l’Avvoltoio, che esce dopo pranzo.
Invece eccolo lì, di metà mattina, che fruga nel cassonetto della carta per tirare fuori i Gratta e Vinci giocati.
E ogni tanto la becca pure, qualche vincita sfuggita.
Lo credo, non è mica più come una volta che li vedevi subito, i disegnini tutti uguali.
Ora ci sono solo numeri e se non stai attento rischi di perdere dei bei soldi.
Mi è rimasto sempre il dubbio che quello da mille euro trovato dal marocchino tre anni fosse il mio.
Vabbé, adesso ci sto attento e il marocchino ne aveva bisogno di sicuro.
A me mille euro mica mi cambiano la vita.
E neanche diecimila.
Io i Gratta e Vinci da misci non li gioco più, solo i Maxi Miliardario da 20 euro.
Almeno se vinci tutto vinci 5 milioni, e quelli sì che te la cambiano, la vita.
Se tocca a me faccio come Fantozzi, che «entrò nell’ufficio del direttore e gli cagò sul giornale».
Ma oggi non ci passo al bar Donelli, non dopo che ho visto l’Avvoltoio portasfiga.
Meglio andare domani.
Lo so che la nonna diceva di non cambiare mai abitudini, lei al Lotto ci prendeva pure.
E il nonno diceva di non giocare mai di martedì e di venerdì, né di Venere né di Marte.
Però se non gioco neanche domani è come se saltassi un’estrazione al Lotto, e questo non si fa. Mai.
Un Gratta e Vinci da venti euro tre volte la settimana. Lunedì, mercoledì e giovedì.
È la regola. Non di più, non di meno.
Mai sgarrato, perché se cominci a sforare va a finire male. Malissimo.
Sessanta euro la settimana, 250 euro al mese.
Me li posso permettere. Mia moglie ci pagherebbe la donna delle pulizie. Che palle. Mi cambia la vita, la donna delle pulizie?
Guarda lì che gnocca che sta passando in galleria Mazzini.
Questa sì che porta bene.
Ma bene bene bene.
Magari annulla pure la sfiga dell’Avvoltoio.
Vabbè già che ci sono il caffè me lo prendo, da Donelli.
E un cannolino alla crema. Buono.
Ma questa settimana potrei saltarla tutta. Niente Gratta e Vinci.
E con i sessanta euro regalo un cd a Luca e una felpa a Martina. Un regalo inaspettato. Così, senza motivo.
Ogni tanto una sorpresa ai figli bisogna farla, specie a quelli adolescenti che ti considerano un vecchio rincoglionito.
A 52 anni, pensate. Che se li vinco davvero, i 5 milioni, glielo faccio vedere io chi è rincoglionito.
A loro, e a quella che è passata prima. Eccoli lì, i Gratta e Vinci. inutile che mi guardiate così, ragazzi.
Oggi niente da fare. Faccio il bravo papà e non gioco.
O magari provo il Win for life, quattromila euro al mese per vent’anni, quello sì che ha senso.
Smetto di lavorare e sto a casa tutto il giorno con la mia bella famiglia.
Cucino, pulisco, faccio le commissioni.
Aiuto Luca con i compiti, porto Martina in palestra.
Sgombro la soffitta.
E ho finalmente tanto tempo da passare con mia moglie.
E con i suoi genitori.
E con mia cognata e le sue deliziose gemelline.
Col cavolo.
«Dammi un Maxi Miliardario. Oggi è la volta buona».