25 novembre 2016
Poche ore fa, durante una conversazione telefonica con un carissimo amico, ho espresso tutta la mia sorpresa (e preoccupazione) per il clima che sta accompagnando il referendum.
Un’occasione di democratica consultazione popolare che è sempre più contrassegnata da livori, rancori, conflittualità che normalmente sono più riscontrabili nelle guerre civili.
Un referendum, per sua natura (si/no), divide un paese ed essendo soggetto ad una scelta netta (si/no) fa trovare, dalla stessa parte (l’una e l’altra) soggetti che in una competizione elettorale non si sognerebbero lontanamente di condividere qualcosa…
ma è normale che sia così, non è una competizione elettorale… si/no… non ci sono altre possibilità…
In altri paesi (es la Svizzera) il referendum divide ma viene vissuto per quello che è, cioè un referendum…
Da noi no, la “competizione”, questa “competizione”, si trasforma nell’occasione per paventare, tanto gli uni quanto gli altri, scenari da piaga biblica qualora a prevalere fosse l’altro, accendendo il clima fino a portarlo a contorni più congeniali ad una guerra civile…
E proprio pensando a questo clima poco fa sono andato a recuperare un documento che non ho mai postato…
Il clima da guerra civile meglio lasciarlo dove è bene che stia, nell’album dei ricordi….
keep calm, it’s only a referendum…