Io e Mira: che bello rivedersi, dopo 53 anni…

due bambini, compagni di giochi nel 1964, si perdono di vista…poi, 53 anni più tardi, grazie ai “famigerati social”, accade una magia…

1964, Lurago d’Erba (San Rocco)…

io ho 10 anni, Mira (diminutivo di Palmira) ne ha undici, è molto timida, abita a poche decine di metri sia da casa mia che dal piazzale del distributore di benzina di mio papà, nella stessa palazzina in cui abitano i signori Molteni (che hanno un’autofficina sul piazzale del distributore), la famiglia Magni, poi Carla (la tusa del latè, la figlia del lattaio), ed anche il vecchio signor Tamburini…

dietro il distributore c’è un ampio cortile, con una forma più o meno triangolare, con i lati grandi costituiti dalla cancellata del distributore e dai capannoni in cui c’è anche l’officina di Barbis.
La punta di questo triangolo corrisponde al punto in cui si incontrano l’ingresso posteriore di casa mia ed uno sgabuzzino in cui mio papà ha accatastato un bel po’ dei libri che gli tengono compagnia durante il lavoro da benzinaio (dal mattino presto fino alle 22, senza sosta…).
In quello sgabuzzino, messo un po’ in ordine, è stato ricavato uno spazio, sia pure non molto grande, per poter giocare “al chiuso”.
Proprio lì ci ritroviamo a giocare io, Mira ed un’altra bambina, Paola, figlia della signora Maria, che gestisce un’osteria proprio dall’altra parte della strada.

Paola è più grande (ha dodici anni), Mira è molto timida ed io, benché più piccolo, sono però un maschio (a quei tempi “contava”…)
ed un giorno prendo il comando delle operazioni: dobbiamo creare il nostro giornalino!

Lo facciamo trascrivendo, ovviamente a mano, su fogli protocollo, sintesi di notizie pubblicate sul Corriere della Sera (che non mancava mai nel chiosco di mio papà) o delle riviste che in quel periodo andavano per la maggiore (tipo il settimanale “Oggi”).
Il nostro giornalino non dura molto, difficile dare continuità ad una cosa così faticosa e, tutto sommato, a “diffusione ridotta”…

Ho però un ultimo ricordo molto netto.
Il 1964 è l’anno delle Olimpiadi di Tokyo, a me piaceva molto l’atletica leggera ed il personaggio azzurro che mi entusiasmava di più era Eddy Ottoz, che fu finalista a Tokyo nei 110 ostacoli.

Un tardo pomeriggio, prima di “lasciare la redazione” ed andare a casa (immancabile appuntamento con la TV dei ragazzi), buttai lì: “Bisognerebbe intervistare Eddy Ottoz”.
Mira si ripresentò qualche ora dopo a casa mia, con alcuni fogli protocollo fittamente scritti a mano: aveva prontamente trascritto, per il “nostro giornale, l’intervista ad Eddy Ottoz pubblicata dal Corriere della Sera…

Per molti anni questo è stato l’ultimo mio ricordo legato a Mira.
Qualche mese più tardi infatti la palazzina in cui abitava venne acquistata dalla famiglia Molteni, che avrebbe trasferito lì, al piano terra, l’autofficina.
Nel frattempo era mancata anche sua mamma, e Mira si era trasferita con la zia in altra parte di Lurago, più o meno ad un chilometro da casa mia…
ci siamo completamente persi di vista…

Fino a qualche giorno fa…

A fine ottobre ho pubblicato sul mio blogghiario un ricordo su Barbis, il bizzarro personaggio che aveva un’officina nel cortile di S.Rocco, ed in quel pezzo ho citato proprio Mira Mucchiati.

Il tutto è stato “rilanciato” dalla pagina Facebook del Comune di Lurago e, per una di quelle piacevoli magie che ogni tanto succedono, la “nipote del latè” (la “figlia della Carla”) lo ha letto e quel nome non abituale (Mira) non lasciava spazio a dubbi: era proprio l’amica di sua mamma Carla (oggi 82enne ed ancora in piena forma), l’unico contatto che ancora legava Mira ai luoghi della sua infanzia.

Mira ne è stata immediatamente messa al corrente, ha letto il post ed il 19 novembre ha commentato:
“ciao Carlo, quante emozioni e quanti ricordi ha suscitato il tuo articolo….
mi piacerebbe rivederti e con me anche la Carla Mariana, la tusa del latè, ormai più che ottantenne, la quale mi ha segnalato questo articolo visto da una figlia.
un caro saluto pieno di emozioni, importanti nutrienti dell’anima e dell’essere.”

Le ho scritto subito, Mira ora abita a Milano, e venerdì 1 dicembre io e Susanna siamo andati a trovarla.

Abbiamo trascorso insieme tutta la giornata, ci siamo raccontati un sacco di cose…
dopo il primo trasferimento, conseguente allo sfratto da San Rocco, aveva dovuto affrontare una serie di altri trasferimenti ravvicinati, fuori Brianza, ecco perché non ci eravamo più visti…
mi ha emozionato apprendere che la bambina timida di 53 anni fa ha saputo superare le molte asperità che soprattutto in gioventù ha dovuto affrontare e ce l’ha fatta, si è laureata, è psicoterapeuta, con una spiccata propensione per i temi sociali…e con il rimpianto di non essere riuscita a conoscere, di persona, Don Gallo…

grazie ai “famigerati social” due “bambini” si sono potuti ritrovare, dopo 53 anni…
e presto andranno, insieme, a trovare Carla, la tusa del laté…

e magari, nonostante l’immagine restituitaci da Google Earth, li prenderà l’irresistibile voglia di fare un salto a San Rocco, a vedere com’è oggi, quel cortile del 1964…

ps: venerdì, durante questo “blitz” a Milano abbiamo rotto, forse in modo definitivo…, la nostra Audi A3.
La moglie del meccanico, nell’attesa di recuperare una “vettura di cortesia”, ha cercato di consolarci…
non poteva sapere che non ce ne fosse alcun bisogno: eravamo ancora con Mira, nulla avrebbe potuto turbare la felicità che aveva fatto da cornice a quell’incontro…

16 dicembre 2017

L’articolo pubblicato da “Il giornale di Erba”

Carlo Besana e Mira Mucchiati, vissuti a San Rocco, sono lontani dal 1964

DUE AMICI SI RITROVANO DOPO 53 ANNI
GRAZIE AL POTERE DEL SOCIAL NETWORK

LURAGO (sto)
Si ritrovano dopo 53 anni grazie ai social network.
E’ questa la bella storia da raccontare sotto l’albero di Natale che ha come protagonisti Carlo Besana, 63 anni, e Palmira Macchiati, Mira per tutti, di un anno più grande.

Entrambi nati a Lurago dove hanno trascorso gli anni della fanciullezza, oggi vivono rispettivamente in Liguria e a Milano.

E il racconto parla di due bambini, compagni di giochi nel lontano 1964 che, come spesso accade, si perdono di vista, per poi riuscire a rivedersi dopo oltre mezzo secolo grazie ai «famigerati social».
Perché galeotto per l’incontro dei due vecchi amici è stato mi ricordo che Besana ha postato online.

«A fine ottobre ho pubblicato sul mio blog un pensiero sul “Barbis”, il bizzarro personaggio che aveva un’officina nel cortile di San Rocco, dove da bambino andavo a giocare. In quel pezzo ho citato Mira, compagna d’avventure d’allora che avevo perso di vista quando poi lei si era trasferita» racconta l’uomo.

Il tutto è stato “rilanciato” dalla pagina Facebook del Comune di. Lurago e, per una di quelle piacevoli magie che ogni tanto succedono, la “nipote del latè” che abitava nella palazzina che dava sul cortile lo ha letto e il nome Míra le è bastato per collegarlo all’amica di sua mamma Carla, oggi 82enne, l’unico contatto che ancora legava Mira ai luoghi della sua infanzia».

La Mucchiati è stata così contattata dalla figlia della signora Carla che le ha comunicato di essere stata citata nell’articolo e subito ha risposto a Besana, comunicandogli il desiderio di rincontrarsi.

E così è stato.

Il 1° dicembre Besana dalla Liguria è giunto a Milano per rivedere l’amica d’infanzia.
«Abbiamo trascorso insieme tutta la giornata e ci siamo raccontati un sacco di cose, lasciandoci con un proposito: ritornare a fare un salto a San Rocco, nella nostra Lurago per vedere insieme com’è oggi, quel cortile del 1964», ha chiuso Besana.