30 aprile 2017
“Nella foresta scoppia un incendio, tutti gli animali fuggono, solo il colibrì vola fino al fiume per riempirsi il minuscolo becco di acqua e ripartire velocemente per riversarla sulle fiamme. E così avanti e indietro tutto il giorno, finché un ippopotamo gli fa notare che quelle piccole gocce sono ridicole. E il colibrì risponde: forse, ma faccio la mia parte.”
Poco fa stavo meditando su alcune vicende (personali e non) e su un dubbio che spesso mi assale, in merito all’utilità reale di un certo tipo di impegno, che in certi contesti rischia di non lasciare traccia…
poi mi capita l’occhio, tra i tanti post su Fb, su questo post di Valerio Bianchini, uno dei più grandi allenatori nella storia del basket italiano…
beh, non a caso lo chiamavano “il Vate”…
Questo il suo post.
A volte mi dicono che i post che scrivo sul basket sono parole scritte sulla sabbia, perché tanto nulla cambia nel modo di gestire lo sport.
Rispondo con la teoria del cardellino tanto cara a Emmanuel Carrère:
“Nella foresta scoppia un incendio, tutti gli animali fuggono, solo il colibrì vola fino al fiume per riempirsi il minuscolo becco di acqua e ripartire velocemente per riversarla sulle fiamme. E così avanti e indietro tutto il giorno, finché un ippopotamo gli fa notare che quelle piccole gocce sono ridicole. E il colibrì risponde: forse, ma faccio la mia parte.”
Su “Dlui” di Repubblica l’intervista a Emmanuel Carrère.
(foto tratta dal libro “Il Cardellino” di Donna Tartt)