26 giugno 2017
Sul suo profilo Facebook Lara Maggiali posta una profonda riflessione su uno degli aspetti a mio modesto avviso più imbarazzanti della campagna elettorale per le amministrative a Genova: l’uso strumentale dell’Antifascismo, spesso semplificato nell’equazione “non voti per il candidato del centrosinistra, favorisci il candidato del centrodestra ed allora sei un fascista”…
(nella foto: il murale realizzato al Cep – Circolo Pianacci – da Drina A12 e Giuliogol)
Lara Maggiali ha espresso in modo magistrale quello che avrei voluto scrivere in questi giorni…
non occorre, da parte mia, aggiungere nulla…
In una campagna elettorale di bassissimo livello, nella classifica delle “cose da scordare”, una a mio parere le batte tutte: l’uso strumentale e indegno che è stato fatto dell’Antifascismo.
Iniziato già al primo turno. Quindi in totale malafede.
L’antifascismo è un sistema di valori, fondamento della nostra Carta Costituzionale, quella Costituzione che si è tentato di stravolgere con una riforma che gli elettori si, questa volta in massa, hanno respinto alle urne, dimostrando che quando c’è da mobilitarsi per la difesa di quei valori allora la risposta è forte.
Ma quando si usa l’antifascismo per legittimare alleanze e scelte politiche o peggio per colmare assenze di argomenti, o ancora peggio per tentare di screditare altri soggetti politici, e quando tali appelli vengono fatti dagli stessi esponenti che sei mesi prima hanno tentato di stuprare la Costituzione allora qualcosa stride.
Anche all’orecchio dell’elettore più antifascista. Che sente odore di menzogna.
L’utilizzo inappropriato che avete fatto di una cosa così nobile e importante è stato semplicemente squallido.
E vi qualifica.
Mi auguro di non assistere più a nulla di simile.
Perché è un tratto ulteriore di uno svilimento esponenziale della politica.
Trovatevi altri argomenti.
E che i morti partigiani riposino in gloria