Di norma, di fronte alle notizie di cronaca che generano ampie discussioni sia sui social che in generale sui media, cerco di approfondire l’argomento, cercando fonti le più autorevoli possibili per non farmi condizionare “dalla pancia”…
Stavolta, lo confesso, forse per stanchezza o forse per banale “comodità”, sulla questione relativa ad Imane Khelif, pugile algerina o, secondo i più, pugile algerino, mi sono fatto condizionare dal lamento generalizzato proveniente dal mondo dello sport italiano sollecitato dal mondo politico.
Si è quindi diffusa la notizia (esplosa sui social) che la nostra atleta Angela Carini avrebbe dovuto oggi affrontare sul ring olimpico un pugile transessuale, più uomo che donna, con serio pericolo per l’integrità fisica della nostra rappresentante.
Con un’appendice che ha immediatamente fatto presa: se un uomo picchia una donna è spregevole reato, mentre se lo fa sul ring è legittimo…
Ineccepibile, e pure io, pur con il massimo rispetto dell’inclusività a tutti i livelli, mi sono trovato spiazzato…
Finché alla mia pigrizia mentale non è venuto in soccorso il giornalista Mattia Feltri, che così scrive sulla prima pagina de “Il Secolo XIX”:
“Innanzitutto Imane Khelif non è mai stata uomo, non è né transessuale né transgender…
_non è quindi né un uomo diventato donna né un uomo che si percepisce donna
_è da sempre donna e come tale ha preso parte all’Olimpiade precedente, sconfitta in semifinale (senza che i nostri politici o dirigenti sportivi si scandalizzassero)
_Imane ha mostrato le sue foto da bambina, con codini e fiocchi, e di certo in Algeria non sarebbero tollerati travestimenti…
_nel suo sangue tempo fa fu trovato il cromosoma XY, e venne biologicamente definita uomo, dopo di che ci fu una diversa interpretazione da parte del Comitato Olimpico Internazionale
Sempre sul Secolo XIX la Drssa Motta fornisce anche una ben dettagliata spiegazione scientifica…
Insomma, come conclude Mattia Feltri, la vita e la natura non si accontentano delle stupidaggini binarie della politica odierna…
La vita e la natura, come le Olimpiadi, sono serie, cioè un casino meraviglioso…
E non c’è bisogno che questo meraviglioso “casino” venga barbaramente strumentalizzato né dai “soliti noti” né dai dirigenti sportivi, che in questi giorni si sono distinti per la tendenza a giustificare talune sconfitte gridando al “complotto” ed ai quali non par vero di trovare una sponda politica per mettere le mani avanti prima ancora del primo gong…
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