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Come d’abitudine, la giornata inizia, più o meno, con la lettura del quotidiano locale, “Il Secolo XIX”.
Non mi sfugge, in prima pagina, la vignetta di Stefano Rolli: una chioma rossiccia stilizzata su fondo nero con la scritta “Bella ciao”.
E, data la mia età, e la passione per la musica leggera, riesco a coglierne subito il profondo significato.
Ieri, all’età di 81 anni, è scomparsa Milva (una delle cantanti tra le preferite, negli anni ’60, da mia mamma) artista poliedrica, nota anche come “la pantera di Goro” (una sintesi tra il suo forte carattere e la cittadina in cui era nata, in provincia di Mantova), in contrapposizione alla “Tigre di Cremona” (Mina) ed alla “aquila di Ligonchio” (Iva Zanicchi).
Il colore dei capelli le era valso anche l’appellativo “la rossa”, che fu anche il titolo di una canzone scritta per lei da Enzo Jannacci.
Un appellativo, “la rossa”, che stava anche a sottolineare la sua fede politica, che ha spesso voluto sottolineare.
E’ stata una grandissima artista, che ha saputo alternare, con assoluta naturalezza e sempre con successo, la partecipazione ai Festival di Sanremo (ben 15 edizioni, la prima nel 1961) al teatro di Giorgio Strehler, alla musica d’autore (Battiato, Piazzolla, Morricone), ai grandi compositori greci, tedeschi, francesi, con applaudite esibizioni (in diverse lingue) sui palcoscenici più importanti di tutto il mondo.
Con una grande attenzione anche ai canti della libertà, che riuscì a portare all’attenzione del grande pubblico nel 1971, nel corso della popolarissima “Canzonissima”.
In quegli anni era, dopo il Festival di Sanremo, l’evento musicale più popolare, con milioni di telespettatori.
Era una gara, con votazione di giurie in diretta e “voto popolare” tramite spedizione di cartoline, e Milva, anziché presentare uno dei suoi grandi successi partecipa con “Bella ciao”, nella sua versione originale, quella meno nota: il canto delle mondine, un inno contro lo sfruttamento delle donne nel mondo del lavoro.
Un indiscutibile esempio del grande coraggio che ha spesso caratterizzato le sue scelte artistiche.
Come già detto, Stefano Rolli, con la sua vignetta per “Il Secolo XIX”, ha splendidamente sintetizzato la celebrazione del 25 aprile ed il saluto ad una grande artista.
Poi, nel corso di questo 25 aprile, un’altra curiosa coincidenza.
A Basilea si disputano i Campionati Europei di ginnastica.
Per l’Italia è in gara, nel corpo libero, Vanessa Ferrari, 30 anni, la ginnasta italiana più medagliata con 1 titolo mondiale (2006), 5 Coppe del Mondo (l’ultima due anni fa), 4 titoli europei conquistati tra il 2006 ed il 2014 ed altri innumerevoli podi nelle diverse competizioni internazionali.
Oggi, 25 aprile 2021, a 7 anni di distanza dal suo ultimo podio europeo, ha conquistato la medaglia di bronzo, eseguendo un difficile esercizio proprio sulle note di “Bella ciao”…
“Dedico questa medaglia all’Italia intera in una data così importante per il nostro Paese, il 25 aprile, giorno della Liberazione”.
Queste le sue parole, che aggiungono ammirazione a quella che viene suscitata dalla visione del suo esercizio.
