14 giugno 2016
Circa tre anni fa, nel corso di un’assemblea pubblica per la riapertura del supermercato, a nome del Circolo Pianacci venne verbalmente formulata al Presidente del Municipio la proposta di dedicare la piazza “senza nome” a Bruno Foglino, che nei primissimi, difficili anni di vita del Cep fu molto attivo per la comunità.
Recentemente ho personalmente chiesto all’amico Sen. Mario Tullo, che ha conosciuto (ed apprezzato) personalmente l’operato di Bruno Foglino, di farsi parte attiva per reiterare la richiesta. Personalmente mi auguro che “la piazza senza nome” possa servire a perpetuare il ricordo di una persona che per il quartiere ha fatto moltissimo.
Per ogni comunità degna di tale nome è fondamentale la “memoria” di chi, come Bruno Foglino, ne ha segnato, positivamente, la Storia.
(Riccardo Porcù, per “Il Secolo XIX”)
Nel quartiere c’è voglia di cambiare
Il Municipio attende altre proposte
LA PIAZZA SENZA NOME CERCA UNA IDENTITA’ COME CUORE DEL CEP
Avvenente: “Richiesta di intitolarla a Foglino” Le associazioni vorrebbero dedicarlo a chi è stato per anni in prima linea.»
NELLA “PIAZZA senza nome” c’è voglia di cambiare, di rinominare la zona e darsi un nuovo punto di riferimento.
La rapina della scorsa settimana nel vicino supermercato e gli episodi di cronaca non sono riusati a spegnere la voglia di festa del Cep, animata dalle iniziative di fine anno, partite di calcetto improvvisate tra l’asfalto di via II dicembre 1944 e l’erba sintetica dell’Area Pianacci.
A mescolare insieme diverse culture e religioni hanno pensato qualche giorno fa i 70 ragazzi di elementari e medie con balli e canti per dare vita all’idea della Comunità di Sant’Egidio per la manifestazione “Change your city” della scuola della Pace, interamente messa in pratica dai più piccoli residenti del quartiere popolare.
Che ora spingono per creare e assegnare un nome alla vera “agorà” del quartiere Cà Nova del Cep.
Dopo la proposta di intitolare l’area allo scultore Lorenzo Garaventa, bloccata anche per le polemiche legate al presunto “scippo” della statua di Orfeo ormai due anni fa, trasformato da ultima immagine dei ragazzi della Paganini prima di entrare in classe a monumento sul piedistallo tra via della Benedicta e via 2 dicembre 1944, ora si fanno avanti altri nomi per dare un’identità alla piazza.
E cosi i più piccoli cominciano a chiedere di rendere omaggio alla morte dei migranti nel Mediterraneo.
Una possibilità non in continuità ma compatibile con la toponomastica, costellata di rimandi alla memoria delle deportazioni nazifasciste e ai partigiani caduti per difendere la libertà spesso sconosciuti a chi abita nei palazzoni del quartiere popolare.
Anche per questo, però, da tempo alcune associazioni avevano avanzato l’ipotesi, trasformata nel corso degli anni in un’istanza formale, di intitolare il largo spazio senza nome a Bruno Foglino, militante del comitato di quartiere di Pra’ e residente nel quartiere nel periodo di maggiore difficoltà del Cep, a cavallo tra la nascita e i primi anni Ottanta.
“Finora abbiamo ricevuto solo una richiesta formale per Foglino – specifica il presidente del municipio Ponente, Mauro Avvenente – Restiamo aperti ad ogni tipo di proposta che sarà poi vagliata in commissione municipale, poi dagli uffici toponomastica e infine in Comune“.
Garaventa, Foglino, i partigiani o i nuovi arrivati in Italia.
Suggerimenti e proposte, così come l’omaggio ai migranti inghiottiti dal mare.
Rimasti senza nome, come la piazza del Cep.
IL POST DI YURI PERTICHINI
I luoghi hanno bisogno di identità e il Cep non fa eccezione.
Dedicare la piazza “senza nome” (per tutti “la piazza”) al papà di Dario Foglino, come propone Carlo Besana, è un’ottima idea.
Per chi – come me – ne ha conosciuto direttamente anche le spigolature tutte da “uomo del popolo” e politico dal basso, significa ribadire e consolidare la storia di un luogo, che ha visto persone in prima fila, con le loro virtù e debolezze, “al servizio” appassionato della comunità, tanto da pagare tanta passione anche a livello personale e familiare.
Una scelta giusta!