E’ mancato quest’oggi, all’età di 87 anni, il giornalista Italo D’Amico, per molti anni cronista sportivo per “Il Corriere Mercantile” e per “La Gazzetta del Lunedì”, con al centro le sue due passioni, il canottaggio ed il basket.
Quando sono arrivato a Genova nel 1993 ho iniziato subito ad occuparmi di basket ed i primi due riferimenti sono stati Claudio Ulivi (per Il Lavoro-Repubblica) ed Italo D’Amico, con il quale ho spesso condiviso lunghe telefonate che andavano molto aldilà della necessità di dare informazioni sullo sviluppo delle partite e sui tabellini delle varie giocatrici.
Nel corso degli anni il mio personale contatto con la famiglia D’Amico è proseguito attraverso suo figlio Beppe, giornalista sportivo per “Il Secolo XIX”, che ha seguito tutto il percorso fino alla mia ultima esperienza attiva, quella con l’NBA Zena in due entusiasmanti campionati di Serie A2 femminile.
L’ultima volta che ho avuto modo di incontrare Italo è stato (parecchio tempo fa) nei pressi di casa sua, un incontro casuale che ha fatto subito scattare un’inevitabile, lunga chiacchierata cestistica.
Si era conclusa, anche a causa del cronico disinteresse locale, l’avventura dell’NBAZena ed entrambi ci siamo avventurati nel solito mugugno sull’annosa questione di una città tutta attenta alle questioni calcistiche e poco aperta al nostro meraviglioso sport, anche quando, come nel nostro caso, sarebbe bastato veramente poco per affacciarci al massimo campionato nazionale femminile.
Quando una persona ci lascia, è buona norma parlarne bene, mettendo in evidenza le sue qualità e chiudendo un occhio sul resto…
Con Italo D’Amico non c’è necessità di ricorrere a questi ipocriti espedienti: di lui posso dirne solo bene, così come chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerlo.
Italo non era “solo” persona colta (era stato professore di lettere), non era “solo” tanto appassionato quanto obiettivo…
Italo era soprattutto un vero e proprio signore, mi verrebbe da dire un elegante signore d’altri tempi, con tutto quello che di positivo ciò può significare.
Con un velo di tristezza, un forte affettuoso abbraccio a Beppe ed ai suoi cari.
