Sono le 5.38, ma Neve non lo sa che siamo tornati all’ora solare, non sono più le 6.38…
a dire il vero in questo momento non lo so nemmeno io, perché sto dormendo di brutto…
a svegliarmi sono le zampette sul mio petto della meravigliosa gattina che, avendo ormai raggiunto i 3,6 kg di peso, è sempre più difficile non sentirle…
uno sguardo alla sveglia, e mi rendo conto che è normale che abbia ancora un gran sonno…
sarei tentato di far finta di niente, che magari Neve se ne va…
da qualche tempo mi ha identificato come “quello che la fa giocare”, mi basta avvicinare la mano verso di lei, per accarezzarla, e lei invece balza verso la mano per provare a mordicchiarla, come fa con il giochino che le piace di più…
quasi quasi ci provo, così ho “la scusa” per farla scendere dal letto…
oltretutto sono anche allergico al pelo del gatto, e dovrò averci a che fare anche per il resto della giornata…
meglio evitare…
mi giro, incrocio il suo sguardo…
si è già “accucciata” alla mia sinistra, tra me e Susanna…
allungo la mano e lei sorprendentemente si fa subito accarezzare…
proprio dove le piace…
il capo, dietro e sotto le orecchie, sotto il mento…
si sposta ed avvicina il suo musetto al mio volto…
azzardo…
mi giro sul fianco sinistro, e come si fa con la donna che si ama, o (immagino) con i propri figli, la abbraccio, mettendole il mio braccio attorno al suo musetto, che provo a spostare ancor più verso di me…
allunga una zampa, penso immediatamente che il magic moment sia finito e voglia iniziare a giocare…
invece no, con la zampina fa leva sul mio braccio e si sistema un po’ più su, con il suo musetto tra il mio mento e la spalla…
partono immediatamente le dolci note, crescenti, delle sue fusa…
si fa coccolare a lungo, poi mi bacia sul collo e si stira in tutta la sua lunghezza…
sto quasi per riaddormentarmi, senza staccarmi da lei, quando vengo incuriosito da un suo movimento frenetico…
si sta “lavando” con cura le sue zampe, e decido che sia giusto lasciarle tutto lo spazio che le serve…
stacco il braccio lentamente però lei, con un movimento fulmineo, e con entrambe le pelosissime zampe, “cattura” il mio polso, e porta la mia mano verso di sé…
è un festival di baci, dito dopo dito, poi il palmo della mano, infine il polso…
la ruvidezza della lingua sulla pelle più sensibile del polso è un po’ fastidiosa, ma è un fastidio ampiamente compensato da questa spontanea manifestazione di affetto…
continuo a coccolarla per un po’…
guardo di nuovo la sveglia, è già trascorsa un’ora esatta, sono le 6 e 43…
Neve viene improvvisamente distratta da un movimento, nel sonno, di Susanna e si gira verso di lei, salendo sui suoi capelli…
ne approfitto per girarmi dall’altra parte, in posizione fetale sul fianco destro…
in un attimo però Neve si infila sotto le lenzuola, e si accovaccia proprio nello spazio triangolare in cui due lati sono rappresentati dalle mie gambe piegate…
rimane lì per un bel po’, riproponendo la sinfonia delle sue fusa, ed a tenermi caldo con il suo morbido pelo bianco, dopo avermi regalato “un’ora d’amore”…
il mio pensiero corre alla mia recente battuta, quasi inevitabile, sui costi che di continuo dobbiamo (e dovremo) affrontare per rendere la vita il più piacevole e sana possibile a questa deliziosa creatura…
anni fa dissi che Susanna aveva trasformato la mia carta di credito in una vera e propria “MasterCarl”, ed ora la gattina, calatasi prontamente nel solco della tradizione femminile della nostra famiglia, non poteva che essere ormai titolare del mio “BancoGatt”…
un “sacrificio” che stamane è stato ben ricompensato da questi momenti per me impensabili solo un paio di mesi fa…
stavo romanticamente pensando proprio a questo quando ha iniziato farsi strada, inevitabilmente, la conseguenza della mia allergia al pelo del gatto, messa a dura prova da questa “ora d’amore”…
un po’ di prurito qua e là, come se ci fossero piccoli puntini che danno fastidio, sopra un sopracciglio, poi sullo zigomo, quindi sul petto…
roba da poco, che scompare alla prima grattatina…
però poi comincia a farsi strada anche un pizzico di rinorrea ed infine, puntuale come un treno giapponese, ecco palesarsi un inizio di broncospasmo…
ci siamo, la giornata inizierà con un buon antistaminico…
ma qui non occorre il BancoGatt…
la “Rupatadina” è mutuabile ed io, avendo superato da mo’ i 65 anni, sono pure esente dal pagamento del ticket…
in buona sostanza questa piacevole overdose mattutina di affetto felino non mi è praticamente costata un centesimo…
come direbbe qualunque genovese doc (con la “còccina” cioè con la “cantilena” genovese resa popolarissima dal Gabibbo)…
“belin, c’hai avuto la tua conveniensa”…
eh sì, pur con lo spettro dell’attacco di allergia, ma niente può importarmi di meno…
che poi, lo si cantava qualche anno fa…
per un’ora d’amore non so cosa farei…
chi la cantava???
Ah si, credo fossero i Gattia Bazar….
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