Nei giorni scorsi, partendo da un fatto di cronaca, su Fb ho “stimolato”, in due puntate, una discussione prevedibilmente divisiva su Babbo Natale, la sua reale “identità”, e sulla giustificazione o meno della “rivelazione” fatta da un’insegnante ai suoi alunni di 9 anni, incalzata dal gruppo (in numero prevalente) di quelli già consapevoli.
Il tutto con (da parte mia) il massimo rispetto dei pareri difformi dal mio, da quelli con contenuti che ho trovato molto pertinenti a quelli più trancianti, senza se e senza ma.
Da lì ho iniziato a chiedermi, con crescente curiosità, a quale età mi fosse stato rivelato (o avessi scoperto) che quella di Gesù Bambino che porta i doni fosse una simpatica e dolce “bugia”.
Sono partito da un ricordo molto nitido.
Avevo (credo) 5 anni o giù di lì.
Ero talmente convinto che dopo la mezzanotte del 24 Gesù Bambino arrivasse anche da me (paradossalmente in contemporanea con i bambini di tutto il mondo, ma questo dettaglio non l’avevo ancora messo a fuoco) ed ero così smanioso di scoprire quali regali mi potesse portare, da fare il diavolo a quattro con mio papà per convincerlo ad andare tutti quanti alla messa di mezzanotte.
Mio papà, benché stanco per la giornata lavorativa, accettò immediatamente, e così mi convinsi della bontà della mia “strategia” (rientrando a casa dopo la mezzanotte avrei “scoperto” in anticipo i doni a me riservati).
Al rientro dalla messa, non vedendo pacchi regalo, feci finta di dovermi sistemare le scarpe, per potermi abbassare senza destare sospetti e cercare con lo sguardo sotto divani e poltrone, con mio papà, credo molto divertito, a chiedermi “Stai cercando qualcosa?”…
Non dormii tutta notte, temendo di essere stato “dimenticato” da Gesù Bambino, e la sorpresa la mattina di Natale fu enorme, quando vidi i regali senza riuscire a spiegarmi come avesse potuto entrare ed uscire senza che io, più che sveglio, lo potessi sentire…
In questi giorni ho frugato negli scatoloni con i “ricordi” trovati anni fa, quando venne a mancare mia mamma…
Ed ho trovato due “letterine”: una risale al Natale 1960 (avevo 6 anni) l’altra invece al Natale 1962.
Non sono due letterine con la canonica richiesta di regali.
La prima è una letterina con gli auguri ai miei genitori e la solita promessa di essere più buono.
(clicca per ingrandire)
“S. Natale 1960.
Cara mamma e caro papà…
in questo giorno nel mio cuore c’è tanta gioia.
Vi voglio tanto bene e sono pronto a promettere che durante l’anno starò più buono.
Vi mando tanti auguri e un grosso bacio.
Vostro Carlo”
La seconda è invece più articolata, d’altro canto ho “già” otto anni…
in questa ringrazio citando anche i regali che mia mamma aveva acquistato per il mio Natale (i dischi), il che mi fa pensare che a quell’età fossi già consapevole delle reale identità di “Gesù Bambino”.
(clicca per ingrandire)
“S. Natale 1962
Anno nuovo 1963
Cari genitori,
vi auguro un felice Natale.
Sono contento che papà faccia festa, così potrò passare con i miei cari una bella giornata piena di gioia.
Vi prometto che sarò sempre buono, ubbidiente e generoso con voi e con l’Augusta.
Vi prometto anche che non tirerò più sassi a quel ragazzo che incominciava.
Ti ringrazio mamma che mi hai comperato quei dischi di Natale.
Ringrazio anche te, papà, che mi comperavi e pagavi i giornaletti.
Grazie Augusta, che mi regali sempre i dolci.
Vi scrivo questa letterina, non solo perché é il giorno di Natale, ma per farvi vedere che manterrò le promesse.
Vi auguro ancora un buon Natale.
Vostro Carlo”
Non ho alcun ricordo di come ne fossi venuto a conoscenza, forse da mia sorella, di 5 anni più grande, o forse direttamente dai miei…
non lo ricordo proprio…
il che sta probabilmente a significare che, quantomeno nel mio caso, la “rivelazione” non generò alcun trauma…
almeno in apparenza…
ps: nel testo della seconda letterina prometto di “non tirare più i sassi a quel ragazzo che incominciava”, ma non ricordo alcuna sassaiola con coetanei…
e citerei anche un passaggio tipico del lessico brianzolo/lombardo: mia sorella Augusta è citata con l’immancabile articolo, l’Augusta”…
peccato che non ci sia più nemmeno lei, sicuramente si ricorderebbe in quali circostanze mi venne rivelata la vera identità di “Gesù Bambino”…
glielo chiederò quando ci ritroveremo lassù…