Per me è sempre stato “Il Sig. Pace, il pescatore”, come se mi fosse impossibile scindere il suo cognome dall’immagine romantica di questo antico, faticoso mestiere al quale lui ha legato la sua vita…
incontrandolo, era impossibile non salutarlo…
anche perché se tu, involontariamente, non avessi avuto modo di notarlo, beh ci pensava lui a richiamare a gran voce la tua attenzione per salutarti, magari con l’aiuto del clacson del suo Ape Piaggio…
anni fa io e Susanna eravamo passati casualmente dal porticciolo di Pra’, dalle parti dov’era ormeggiata la sua barca…
ci vide, e benché fosse impegnato in una conversazione con un suo conoscente volle che ci unissimo a loro, condividendo con noi uno scampolo della sua consueta, affettuosa allegria…
in questa foto saluta verso l’obiettivo…
oggi Franco Pace, ha salutato tutti, salpando con la sua barca verso “il mare mischiato col sole”…
in una sola parola: l’eternità, così come l’aveva romanticamente descritta il poeta Rimbaud…
quel mare infinito in cui, prima o poi, ineluttabilmente, ognuno di noi sarà chiamato a navigare e nel quale, prima o poi, sentiremo richiamare a gran voce la nostra attenzione…
anche lì sarà impossibile non salutare “Il Sig. Pace, il pescatore”…
