24 dicembre 2016
Ho letto poco fa l’articolo (postato qui sotto), pubblicato oggi dal Secolo XIX.
L’autore è l’amico Sergio Casali, membro della Comunità Sant’Egidio Genova-Giovani per la Pace..
E’ la vigilia della nostra “festa” di maggiore tradizione, siamo tutti molto indaffarati…
la lettura delle riflessioni di Sergio Casali occupa però non più di tre/quattro minuti, si possono trovare…
Saranno sicuramente ben spesi.
Buon Natale a tutti!
(Sergio Casali, per “Il Secolo XIX”)
Ogni anno è difficile parlare del Natale, grattando la superficie di dolcezza e consumismo che si è depositata nei secoli.
In fondo, anche il Natale è una delle “post verità”, termine entrato in voga in quest’ultimo anno.
Nella società della comunicazione istantanea, è “vera” l’idea che è condivisa da tanti, la notizia che suscita un’emozione forte, che muove allo sdegno, alla rabbia, alla paura.
Ci sono fatti o pensieri che sono veri solo in un mondo “virtuale” anche se non corrispondo a fatti.
Il Natale, invece, parla di un’altra verità e racconta di uomini in ricerca – i poveri pastori, i ricchi e sapienti Magi – che incontrano non un evento eclatante, ma irrilevante per gli scenari del mondo. Un neonato al freddo, una giovane mamma, un falegname…
Mi viene in mente, in questi giorni, la ricerca silenziosa di tanta gente che si avvicina ai pranzi di Natale della Comunità di Sant’Egidio per aiutare e sostenere.
Giovani, pensionati, gruppi, famiglie: persone inquiete che cercano il senso del Natale, che cercano di rendersi utili, che cercano se stessi.
Anche poveri che aiutano altri poveri, come i richiedenti asilo ospitati a Coronata che serviranno una cena ai bambini del campo rom di Cornigliano.
Più di mille volontari in quaranta pranzi che ospiteranno settemila persone: senza dimora, rifugiati, anziani, disabili famiglie.
Nella basilica dell’Annunziata e a Palazzo Ducale, al Galata e al Porto Antico, in decine di istituti per anziani e in diverse parrocchie delle periferie.
Che cosa cercano? Che cosa cerchiamo?
lo credo che questo movimento di energie buone, manifesti il desiderio di uscire da un mondo virtuale, da sentimenti di plastica.
E il superamento di una visione semplificata dei poveri: che talvolta giudichiamo con durezza o di cui abbiamo paura.
Non con un convegno o un post su Facebook, ma con un incontro affettuoso e intelligente.
E, poi, il desiderio di comprendere il segreto della felicità, andando oltre le “post verità” che la indicano solo nell’individualismo egocentrico.
Un giovane richiedente asilo, l’anno scorso ce l’ha scritto in un biglietto di ringraziamento: “sii la ragione del sorriso di qualcuno”.
In questa vigilia di Natale, è l’augurio che ci sentiamo di fare ad ogni genovese.