15 giugno 2017
(la vignetta non è mia, l’ho trovata emblematica e divertente e l’ho “carpita” ad un commento Fb di Massimo Santoro)
era dicembre…
“se voti no al referendum favorisci l’eversione… se voti no al referendum sei come Casa Pound”…”
ed ho comunque votato no, così come il 60% dei votanti…
non mi pare ci sia stato uno sconquasso eversivo, no???…o non me ne sono accorto?…
è giugno…
“se al ballottaggio non voti per Crivello sei un irresponsabile…consegni la città alla destra peggiore, ai ‘fasci’…e Genova, città antifascista…”
scusatemi, sono passati solo tre giorni dall’esito del primo turno a Genova e francamente già non ne posso più…
siamo in un contesto democratico, c’è un voto, ed in un contesto democratico il minimo sindacale è rappresentato dal rispetto del voto diverso dal proprio e dall’accettazione, democratica, di quanto espresso dalla maggioranza dei votanti
senza agitare spauracchi, senza dare etichette “antipatiche” (uso un eufemismo) ed evitando di provare ad instillare sensi di colpa agli elettori se, dopo tanti anni, il governo della città dovesse democraticamente essere scelto con “colori” diversi dal solito…
è la democrazia, bellezza…
agire in questo modo è un’offesa all’intelligenza delle persone o, se volete, un ulteriore segno di arroganza da parte di chi pensa di avere un’esclusiva sulla “buona amministrazione” e di non avere colpe se “la gente” avverte sempre più la loro distanza ed indifferenza… (la colpa è sempre degli elettori che “non capiscono il progetto”…)
come diceva, in parole e musica, un grande (quello sì immortale), “per quanto voi vi crediate assolti… “