“Vabbè dai, oggi è andata così, rimedieremo un’altra volta…potremmo scendere e fermarci alla ‘Locanda dei cacciatori’…”…
Chi mi conosce lo sa, sono sempre più pigro e la pandemia ha accentuato la mia pigrizia senile…
per contro Susanna è iperattiva ed in assenza dei suoi 2km quotidiani in piscina si è convertita alle “passeggiate”, che in realtà sono diventate performances da 12, 14 e più chilometri…
Un motivo in più, per me, per declinare i suoi quotidiani inviti ad accompagnarla…
ma si sa, gli equilibri di coppia prevedono di tanto in tanto “concessioni reciproche” all’insegna del quieto vivere…
e quella concessione è stata messa in programma oggi…
da un paio di giorni, vista la certezza di bel tempo, Susanna aveva proposto per oggi una via di mezzo: in macchina, passando da San Carlo di Cese, fino ai Piani di Praglia e da lì un’oretta di cammino sul sentiero, in piano, che in direzione Punta Martin ci avrebbe consentito di raggiungere uno dei bivacchi.
Pic nic, relax, altra oretta di cammino, e rientro a casa.
Di norma Susanna controlla con certosina perfezione tutti i dettagli: percorsi, traffico e, soprattutto, indicazioni meteo, e quindi stamane mi sono fidato ciecamente. D’altro canto, uscendo da casa siamo stati accolti da una temperatura più estiva che primaverile…
Salendo verso i Piani di Praglia, dopo San Carlo di Cese, i miei primi dubbi: il percorso non è che fosse granché tranquillo, strade sempre più strette che non giustificavano affatto la scelta di salire da qui, e non dal più comodo percorso dal versante opposto…
poi, nell’avvicinamento ai Piani di Praglia, un altro serio dubbio…
nuvole sempre più dense, vento, pioggerellina sottile finché, arrivati a destinazione, ci siamo trovati immersi in una nebbia che manco in ValPadana…
e lì, manco l’evidenza l’ha fermata: “Copriti bene, che poi il vento manderà via le nuvole…”.
Il tempo di scendere dalla macchina ed eccoci rientrare, come nei cartoni animati, quasi spinti da una molla: 10 gradi, vento, un freddo becco…
Ed ecco spiegato l’arcano…
per una volta non aveva ricontrollato le previsioni meteo, fidandosi del generico “bel tempo” previsto da giorni…
poi, uno sguardo in tempo reale alla app sullo smartphone, ed ecco la beffa finale: “meteo Liguria” indica proprio lì, ai Piani di Praglia, e solo lì, nuvole orografiche a partire dalla tarda mattinata…
Beh, per un attimo ho pensato allo “scampato pericolo”…
salendo, eravamo stati accompagnati da trionfi di gialli ranuncoli e tenere pratoline, che Susanna non ha smesso di magnificare…
a me, più che altro, non era sfuggita la “Locanda dei cacciatori” di San Martino di Paravanico…
e ci ho provato…
“Vabbè dai, oggi è andata così, rimedieremo un’altra volta…potremmo scendere e fermarci alla ‘Locanda dei cacciatori’…”…
Ma chi conosce Susanna può già immaginare come sia poi andata…
piano B: siamo rientrati a Genova e, salendo da Mura di Granarolo, attraverso impagabili scorci sulla città, abbiamo raggiunto il Parco del Peralto.
Da lì, a piedi, abbiamo percorso il sentiero delle farfalle del parco delle Mura, un antico sentiero immerso nella natura che lambisce dapprima le mura seicentesche di Forte Sperone e può proseguire fino a Forte Puin.
Un percorso che, oltre ad essere caratterizzato dalla presenza di circa 70 specie di farfalle che nidificano nella zona (e con un po’ di pazienza se ne possono incontrare parecchie) offre uno spettacolare panorama sulla città, con l’intersezione tra la Val Polcevera e la Val Bisagno, e con lo sguardo che inevitabilmente arriva a raggiungere il mare…
e lì sotto, di tanto in tanto, ecco comparire un trenino che fa pensare immediatamente ai modellini della “Rivarossi” che hanno accompagnato i giochi dell’infanzia della mia generazione…
è lo storico trenino che unisce Genova a Casella, 25 km di binari a scartamento ridotto che si sviluppano su questo crinale appenninico, attraversando forti pendenze, valli e boschi, come la ferrovia del Bernina, offrendo però nei primi 6 km panorami che giungono fino al mare.
Insomma, al netto della fatica che ho dovuto comunque affrontare causa scarsissimo allenamento (ho dovuto “rompere il fiato” dopo meno di duecento metri…), una piacevole escursione (circa 5 chilometri complessivi tra andata e ritorno) intervallata da un’improvvisa, fantastica “pisa” su un prato, sotto il sole, con una brezzolina impagabile, che ha occupato lo spazio che avrei voluto dedicare all’avvio della lettura del libro dell’amico Paolo De Totero…
vabbè, per l’inizio della lettura del libro sarà per un’altra volta…
anche, se non soprattutto, per la “Locanda dei cacciatori”…
