Enzo, “Nassi”, Mario…ed il mio piacevole imbarazzo…

Probabilmente sono un po’ antiquato…

però un po’ mi fa impressione dare del tu al professore di lettere…
anche se son trascorsi già 50 anni dall’ultima volta in cui ho seguito una sua lezione dal banco di scuola…

Mi è capitato l’altro giorno, in occasione della piacevolissima giornata trascorsa a Genova con il Prof. Mario Davì, che ho avuto come insegnante alle scuole superiori, accompagnato da Enzo Capuana (mio compagno fino alla conclusione di quei 5 anni) e da Luigi Nassimbeni (detto “Nassi”), che ho avuto come compagno, se non ricordo male, solo il secondo anno, dopo il quale ha cambiato istituto ed indirizzo scolastico.

Ma andiamo con ordine.

Estate 1973, se non erro 22 luglio.

Con l’esame orale si chiude il mio quinquennio all’Istituto “Paolo Carcano” di Como, più noto come “Setificio” (per molti una vera e propria “Università della seta”).

Non attendo la pubblicazione dell’esito degli esami che mi diplomano come “Perito chimico tintore et stampatore”.
Parto subito per Porto Santa Margherita di Caorle, dove si trova in vacanza con la sua famiglia una ragazza di Maniago del Friuli che avevo conosciuto l’anno prima a Lignano Sabbiadoro e che ero andato a trovare con un “blitz” di 72 ore (viaggio in treno compreso) qualche settimana prima, subito dopo l’esame scritto.

A quei tempi non solo non ci sono i social, non c’è nemmeno lo smartphone…
i più fortunati hanno il telefono in casa, altri (me compreso) fanno ancora riferimento ai diffusi telefoni a gettone o a scatto…

Finite le scuole superiori qualcuno entra nel mondo del lavoro, altri partono per il servizio militare, altri ancora decidono di intraprendere gli studi universitari…

Ci si perde fatalmente di vista, forse i compagni di classe comaschi riescono a tenersi in contatto, più difficile per chi, come me, abita in provincia e sta per fare una scelta che lo porterà ancora più distante da Como.

Il Cotonificio Cantoni di Legnano mi contatta per una proposta di lavoro, ma i miei genitori hanno già dato l’ok alla mia scelta, e si faranno carico anche del peso economico per il mio percorso universitario…

Milano, Università Statale, Facoltà di Farmacia, laurea nel 1977…

Il mio primo contratto di lavoro, finita l’Università, è alla farmacia di Maslianico, località al confine con la Svizzera, più o meno ad una ventina di chilometri da casa.
Ci lavoro da luglio a dicembre 1978, ed un giorno, anziché andare a pranzo nella vicina trattoria, scelgo di passare la lunga pausa (3 ore) alla vicina piscina di Cernobbio, direttamente (e stupendamente) affacciata sul lago di Como.

E’ lì che rivedo, dopo 5 anni, Enzo Capuana.

Durante l’estate lavora lì come bagnino, e quell’incontro segna in modo indelebile le mie “qualità natatorie”.
Mia mamma in gioventù aveva perso il fratello maggiore, annegato nel fiume Lambro, e mi aveva trasmesso, fin da piccolo, una vera e propria “paura dell’acqua”, soprattutto quando mi avventuravo “dove non si tocca”.

Quel giorno quindi, alla piscina di Cernobbio, inizio a nuotare con il prudentissimo stile “a papera”, cioè con la testa ben fuori dall’acqua.
Enzo, con molta pazienza, da bordo piscina, stimola il mio orgoglio, insegnandomi a mettere la testa sott’acqua ed a controllare a dovere la respirazione…

semplicissimo, con il senno di poi…

ancora non lo posso sapere, ma quello è il momento in cui si sdogana, per me, la possibilità (molti anni più avanti) di poter nuotare e fare snorkeling perfino nell’Oceano Indiano…

Dal 1982 al 1986 la professione di farmacista mi porta alla Farmacia Comunale di San Fermo della Battaglia.
Ci abita la giovanissima Susanna che, conosciuta nel 1983, è ancora quotidianamente al mio fianco…

è anche lì che per pura casualità, e con molto piacere, rivedo il Prof. Davì, venuto a salutare la sua ex allieva Marilena Carugati, diventata nel frattempo Direttrice della Farmacia.

Al Prof. Davì mi lega un anche un ricordo particolare.
Negli anni delle superiori ero un accanito divoratore di libri, presi a prestito alla Biblioteca Comunale di Como.
Nella mia personale “hit parade dei romanzieri” un posto di rilievo lo occupa Piero Chiara.
Si può quindi immaginare il mio stupore quando il Prof. Davì, a margine di una lezione, mi rivela un paio di aneddoti sull’autore, da lui personalmente conosciuto nel corso di un evento pubblico.
A quei tempi, come detto, non ci sono ancora i social, e manco le emittenti private che inizieranno a diffondersi nella seconda metà degli anni 70 (Canale 5 dal 1980), c’è ancora il monopolio RAI.

Piero Chiara l’ho visto al cinema, grazie al piccolo ruolo come attore nel film “Venga a prendere il caffè da noi”, tratto dal suo romanzo “La spartizione”, ma non è di certo un personaggio da grande pubblico televisivo.
Sentir parlare di lui da qualcuno che l’ha conosciuto di persona me lo rende meno “virtuale”, mi invoglia a leggere anche altri suoi romanzi…

e questo curiosamente andrà ad influenzare una mia scelta recente…

Prima di trasferirmi, nel 1993, a Genova, per 6 anni gestisco una farmacia ad Inverigo, paese confinante con la “mia” Lurago d’Erba.
Di nuovo incontro Enzo Capuana che, di passaggio da quelle parti ed avendo saputo della mia presenza alla Farmacia di Inverigo, è così cortese da venire a trovarmi.

Quindi, in buona sostanza, nel corso dei 50 anni trascorsi da quel luglio 1973 ho avuto modo di incontrare il Prof. Davì più o meno 40 anni fa, Enzo l’ultima volta più di 30 anni fa e “Nassi” almeno 50 anni fa…

Questo fino allo scorso 11 aprile quando, con comprensibile sorpresa, mi arriva una mail da Enzo Capuana!!!

“Nassi” è incappato occasionalmente in mie notizie “genovesi” dal web, contatta Enzo e da lì, da quella mail, si genera il piacevolissimo incontro di lunedì 29, in cui è coinvolto anche il Prof. Davì, che in questi anni ha tenuto i contatti con Enzo.
L’appuntamento è ad Arenzano, e se è assolutamente ovvio e naturale salutare “Nassi” ed Enzo con un abbraccio accompagnato da un “ciao”, è con piacevole imbarazzo che, su sua richiesta, passo dal “lei” al “tu” anche con il Prof. Davì.

La giornata scorre piacevolissima, e dopo il pranzo ad Arenzano è imprescindibile un salto al Pianacci…

E’ l’occasione per mostrare a Mario Davì il murale realizzato nel 2021 da Drina e Giuliogol sulla facciata della vicina Biblioteca Firpo.

Lo sfondo del murale è una scaffalatura piena di libri e nel 2021 il Centro Zenit, che gestisce la Biblioteca, chiede agli artisti di inserire titoli di libri scelti da persone attive nel territorio e dai ragazzi del centro.
La mia scelta, immediata, è per il romanzo “La spartizione” di Piero Chiara, e nel post del 26 gennaio 2021 ricordo proprio quel giorno in cui il Prof. Davì…
(link https://www.carlobesana.it/una-parete-di-libri-al-cep/ )

Lo stesso Prof. Davì che oggi è proprio lì, davanti a quel murale che per il suo ex studente ha un valore particolare, per quella curiosa scelta che affonda le sue radici in quel giorno, lontano più di 50 anni, al “Setificio”…

Nel corso della giornata “Nassi”, che non ha minimamente perso la sua verve giovanile, ci somministra un bel po’ di informazioni legate alla sua pluriennale esperienza in campo amministrativo aziendale, e commenta così lo scorrere del tempo e l’arrivo della vecchiaia: “quando diventi vecchio conosci un sacco di cose che in gran parte non ti servono più, sarebbero state più utili e preziose anni prima…”, ed è sicuramente così.

A me piace però pensare alla vecchiaia facendo riferimento a quello che sono oggi, alle soglie dei 70 anni…
con tutti i miei difetti e spero qualche pregio, è semplicemente la sommatoria di tutto quello che ho vissuto, un puzzle in cui hanno importanza tutti i tasselli, anche quello più piccolo ed apparentemente insignificante…

un puzzle nel quale, per ognuno di noi, occupano uno spazio significativo anche i compagni di scuola con i quali si è condiviso il periodo più spensierato (anche se in quel momento non se ne ha consapevolezza) e nel corso del quale con ognuno di loro c’è stato modo di dare e ricevere qualcosa…

un puzzle nel quale un ruolo fondamentale spetta agli insegnanti, soprattutto (ma non solo) quelli del periodo delle elementari, quando la scuola (ed il maestro o la maestra) diventano una quotidiana, importante “succursale” della famiglia…

soprattutto, ma non solo…

tutti gli insegnanti, anche i docenti universitari, in modo diverso proprio perché li si incrocia in momenti molto diversi della propria formazione, svolgono un ruolo fondamentale, del quale forse ci si rende conto quando non è più possibile ringraziarli, e ci si deve limitare a ricordarli con tutto il rispetto loro dovuto…

un rispetto che non viene minimamente a mancare nemmeno quando, con un po’ di imbarazzo, hai la possibilità di salutarne uno con un più confidenziale “ciao Mario!”…