5 agosto 2017
Era nato in Brianza, a Renate (a pochi chilometri da Barzanò, dove sono nato io), nel mio stesso giorno, 14 marzo, esattamente vent’anni prima (nel 1934).
Era stretto parente (per via della mamma, la signora Ciceri) dei nostri vicini di casa, a Lurago, per loro era semplicemente “Don Dionigi”, e fu così, sempre, anche per noi.
A metà anni ’80 ebbi bisogno di una sua consulenza, mi ricevette, in tempi rapidissimi, al Seminario di Venegono, e fu per me molto prezioso, e molto affabile.
Lo rividi quando venne in visita al Cep, io ero diventato da poco il farmacista del quartiere e lui era da pochissimi mesi Arcivescovo di Genova.
Mi dedicò alcuni minuti, parlandomi anche in dialetto (Lu l’è de Luragh, com’el se troeuva chi a Genova? Lei è di Lurago, come si trova qui a Genova?).
Un suo “endorsement” fu fondamentale, alcuni anni fa, per far ricoverare mia mamma in un centro che la potesse assistere adeguatamente, lo stesso in cui era ricoverata sua mamma.
E mia mamma mi raccontò, nel periodo in cui era ancora lucida, l’emozione per averlo incontrato lì di nuovo…
Ho sempre apprezzato la sua attenzione per gli “ultimi”, la stessa che ho potuto apprezzare ed ammirare in un altro Uomo della Chiesa, Don Andrea Gallo (che, rispetto a Don Dionigi, ho avuto la fortuna ed il privilegio di frequentare con maggiore assiduità e con la confidenza che solo un rapporto di stima ed amicizia può offrire…).
Don Gallo è mancato poco più di 4 anni fa, ed ancor più manca la sua voce, non solo perché costantemente in direzione ostinata e contraria…
credo che alla Chiesa mancherà molto anche Don Dionigi Tettamanzi