Nel 2009, in vista delle elezioni regionali che si sarebbero tenute l’anno successivo, fui contattato da Claudio Burlando, il candidato scelto dal centrosinistra per contrastare la forte coalizione del centrodestra, più accreditata dai sondaggi.
Claudio Burlando ed il suo staff (con il consulente Roberto Weber, fondatore e presidente di SWG) ritenevano fondamentale poter affiancare alla folta coalizione una lista civica, composta da quella parte della cosiddetta “società civile” svincolata dai partiti ma impegnata su temi comuni a quelli unanimemente considerati patrimonio della sinistra.
L’obiettivo era chiaro: intercettare quella parte di potenziali elettori che, non riconoscendo più il ruolo dei partiti tradizionali, sarebbe andata ad ingrossare la già consistente percentuale di astensionismo.
L’anno precedente, pochi giorni dopo la “Notte Grigio Topo” al Pianacci, in cui Beppe Grillo aveva annunciato la nascita delle Liste a 5 Stelle, al Pianacci venne modificata una legge regionale al termine di un’assemblea in cui cittadini e Regione si erano confrontati senza la mediazione sindacale che fino a quel momento aveva fallito il suo compito. Una dinamica molto simile a quelle care al Movimento di Grillo.
Burlando aveva già avuto modo in passato di apprezzare il percorso di cittadinanza attiva sviluppatosi al Pianacci, e si convinse dell’importanza per la sua coalizione di poter diventare un riferimento anche per questo nuovo, particolare mondo.
Accettai la sua proposta e lui, in occasione della presentazione della lista, della quale sarei stato capolista, così motivò la sua scelta: «Di tutte le esperienze che ho visto in questi anni questa del Cep di Pra’ è la più bella».
Non avevo ambizioni di carriera politica (bastava ed avanzava l’impegno al Pianacci…), mi piaceva però l’idea non solo di poter essere utile nel contrasto alle ambizioni del centrodestra ma, soprattutto, di poter rappresentare, in questa esperienza elettorale, le istanze dei comitati di quartiere delle colline di periferia.
Non a caso, prima di accettare la proposta, avevo chiesto una riunione con i 7 comitati del ponente cittadino, affinché la mia scelta potesse essere condivisa con loro, che mi invogliarono senza riserve.
La campagna elettorale si preannunciava lunga (eravamo partiti con diversi mesi di anticipo) e, per me, un’assoluta incognita.
La mia candidatura aveva fatto “molto rumore”, rappresentavo un’assoluta novità ed avevo percepito molte aspettative…
mi fecero particolarmente piacere gli endorsement (in videomessaggio) di personalità prestigiose, in primis Don Gallo e Roberta Pinotti…
mi sentivo forte anche del consenso dei comitati, ma non avevo fatto i conti con le perverse dinamiche che accompagnano questo mondo a me assolutamente sconosciuto.
Gli ostacoli furono parecchi ma, con mia assoluta sorpresa, arrivarono principalmente dall’interno della coalizione, non dagli avversari!!!
Non ero iscritto né al PD né ad altri partiti della coalizione e quindi, benché a sostegno del candidato del centrosinistra, venni percepito come estraneo e trattato come tale; i comitati cessarono di coinvolgermi nei loro percorsi, e con molta discrezione mi venne riferito che una sorta di “diktat” era arrivato proprio da lì, dal partito principale della coalizione…uno dei più importanti membri della nostra lista, in quel periodo presidente di municipio, non accettava che i pochi manifesti che avevo fatto stampare potesse essere affisso anche nel “suo” territorio…venne posto il veto alla mia presenza ad un evento di una società sportiva, che fruiva anche di un mio sostegno, solo per il fatto che l’evento fosse organizzato in quel municipio…
Comunicai a Claudio Burlando per iscritto la mia intenzione di rinunciare alla candidatura, mi convinse a soprassedere perché effettivamente il danno d’immagine per la coalizione sarebbe stato troppo pesante…
Decisi allora di rinunciare alla campagna personale e mi dedicai ad un’attività “anti astensione”, esclusivamente per la lista, ideando e realizzando anche alcuni spot antiastensione.
Con Burlando i patti furono rispettati: non mi era stato promesso nulla e non mi era stato posto alcun “paletto”.
Nel corso della campagna realizzai uno dei miei “videocazzeggi”, quello contro la realizzazione della gronda di Ponente (Brum brum della gronda) che pure era nel suo programma e lui, con assoluta correttezza, non batté ciglio.
Così come, al termine della “festa” per il successo elettorale, in piazza De Ferrari, sceso dal palco venne proprio da me e da Alessandra Ballerini (candidata nella nostra lista) ringraziandoci con inatteso, grande trasporto, per essere stati, a suo dire, “assolutamente decisivi per il successo della coalizione” (in Piemonte il voto al Movimento 5 Stelle fu determinante per impedire il successo del centrosinistra).
Nel corso della campagna elettorale ho anche avuto modo di apprezzare la preparazione, la capacità e voglia di “studiare”, di essere “sempre sul pezzo” di un politico navigato come Claudio Burlando.
Credo però sia evidente quanto questa esperienza sia stata deludente per me così come, per me, sia stato da subito evidente quanto fossi inadatto a percorrere le dinamiche perverse ed incomprensibili di questo strano mondo.
Con l’aggiunta della vicenda giudiziaria in cui, mio malgrado, sono stato coinvolto da un altro protagonista importante della “nostra” coalizione, l’On. IDV Giovanni Paladini.
Ora, a distanza di anni, la vicenda giudiziaria si è conclusa con la mia assoluzione perché il fatto non sussiste, mentre l’ex On. Paladini è coinvolto, da tempo, in vicende giudiziarie ben più gravi e complicate…
Ma non è sufficiente motivo di consolazione…
“quel” mondo, se lo conosci lo eviti…
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