22 settembre 2016
Francesca riparte, il “sogno americano” sta per aprirsi su un nuovo capitolo…
(Valerio Arrichiello, per “Il Secolo XIX”)
La genovese riparte per la Saint Paul High School di Santa Fe Springs
FACCHINI, SOGNANDO LA CALIFORNIA
C’E CHI VIVE sognando la California. E c’è chi invece in California ci vive e sogna di rimanerci provando a diventare una stella del basket.
Dalla Nba Zena alla Saint Paul High School di Santa Fe Springs, dove studia e gioca ormai da un anno: la genovese Francesca Facchini, 18 anni, e pronta per la sua seconda stagione americana.
Come ci e finita negli Usa?
«E stata una cosa improvvisa. Nell’estate 2015 avevo partecipato a un camp internazionale a Sportilia dove un allenatore americano, John Saintignon, mi ha notato e mi ha chiesto di trasferirmi in California. Alla fine ho deciso di provarci. Sono partita il 30 settembre 2015 e sono tornata a Genova solo quest’estate, per le vacanze in famiglia. Era la mia prima volta negli Usa, agli inizi avevo un po’ di paura ma non l’ho mai dato a vedere, anzi ero io che tranquillizzavo i miei genitori».
Come é andato il primo anno?
«Benissimo. Abbiamo vinto il titolo della California del Sud e io ho messo a segno il tiro decisivo da tre punti. Ora gioco meglio, ho migliorato il tiro da tre, come dimostrato in finale, ho più fiducia in me stessa, sono migliorata fisicamente. Mi piace la filosofia del basket Usa, improntata sempre alla ricerca del canestro, di soluzioni per vincere»
E fuori dal campo?
«Bene, i californiani sono molto ospitali con noi italiani. Anche a scuola mi trovo bene, è tutto come vediamo nei film. Ho il mio armadietto, ogni professore ha la sua classe. La mia è una scuola cattolica, ho notato che loro sono molto più religiosi di noi. Vivo in una famiglia dove ho trovato anche una cara amica, Angela, che quest’estate e venuta a Genova con me. Ogni mattina facciamo la classica colazione all’americana : uova, bacon, pane tostato».
E la focaccia?
«Purtroppo quella non c’è e mi manca un po’. Come anche le lasagne di mia nonna e i panigacci. Il pesto l’ho trovato, ma ovviamente non si può paragonare al nostro. Cosi come la pizza, il mio piatto preferito, che li fanno addirittura con l’ananas…»
Perché il basket?
«Da piccola mia madre aveva provato a portarmi a fare danza, voleva farmi fare qualcosa di più femminile ma mi sono messa a piangere alla prima lezione. Invece, col basket e stato amore a prima vista, ho iniziato a dieci anni e non ho più smesso. E la mia passione e immutata».
E in cosa é cambiata in questo primo anno americano?
«Sono più matura, autonoma. E’ un’esperienza che consiglierei a qualsiasi giovane, mi sento migliorata. Ah, e ho imparato anche indossare i tacchi visto che li si organizzano spesso delle feste e bisogna vestirsi eleganti. Cosi anche mamma è più contenta. ..(ride)».
E ora che vorrebbe fare?
«Non so ancora. Se riuscirò a continuare a giocare potrei fare il college negli Usa. Altrimenti potrei anche tornare in Italia. E se non dovessi riuscire nel basket mi piacerebbe fare la fisioterapista».
A proposito di fisioterapia, lei qualche anno fa ha avuto un brutto infortunio al ginocchio…
«Si, ma lo considero quasi una fortuna. Sembro pazza a dire cosi ma e vero. Quei sette mesi senza basket mi hanno fatto crescere e capire ancora di più quanto amo il mio sport».
ldoli?
«Gallinari, LeBron James e Belinelli. Tra le donne il mio modello è Federica Cerretti che ho conosciuto alla NbaZena».
ll sogno?
«Quello immediato e di rivincere la Southern Section e poi diventare campioni di tutta la California. Per il futuro mi piacerebbe tanto vestire la maglia azzurra».
Francesca Facchini, 18 anni, playmaker-guardia di 1,70, ha giocato nell’Nba Zena prima del salto negli Stati Uniti.