19 marzo 2016
oggi è la Festa del Papà… una Festa che per me da 22 anni (dal 1994) è confinata nella cartella dei ricordi…
In questi anni forse solo una volta ho dedicato uno spazio su Fb a mio papà, e forse in quell’occasione ho già citato qualcosa che sarà racchiuso nelle prossime righe…
non vorrei che, da lassù, pensasse che, come tutti i figli maschi, io abbia una predilezione per il ricordo della mamma…
sento che questo è il momento più indicato per colmare questa eventuale lacuna…
Quando penso a lui, ho sempre il rammarico, in parte giustificato – ma ciò non lo cancella – di non essere riuscito a gratificarlo come avrebbe meritato, come invece ha fatto Irene Crippa (una delle tante gloriose donne della Resistenza) che, in un libro dedicato alla Brigata Puecher di cui Peppino aveva fatto parte, gli aveva dedicato alcuni importanti passaggi…
Peppino non mi ha mai parlato di queste sue imprese, la sofferenza patita da giovane nella campagna di Russia, l’adesione alla Resistenza partigiana, l’arresto subito dai nazifascisti, caricato su un treno con destinazione infausta e dal quale, assieme a pochi altri, riuscì a fuggire in modo avventuroso…
e nemmeno del fatto che era riuscito a “lavorarsi” cinquanta sottufficiali delle SS costringendoli a deporre le loro armi…
Lui si ammalò quando avevo dieci anni, nel ’64 (linfoma Hodgkin), gli diedero tre mesi di vita ed invece ce l’ha fatta, con un po’ di alti e bassi, per altri 30 anni…
era benzinaio, in quel periodo il servizio era garantito tutti i giorni, 365 giorni l’anno (dalle 7 alle 22); questo oltre ai motivi di salute, gli ha impedito di essere, come per molti miei coetanei, almeno la domenica, il papà “aitante” con cui misurarsi…
per me, non a conoscenza delle sue azioni da vero uomo, sotto l’aspetto fisico ha sempre avuto l’immagine un po’ “sfigata”, senza che potessi dargli la considerazione che invece avrebbe meritato…
Ho scoperto tutto molto casualmente alcuni anni dopo il ’94, quando non c’era più, grazie ad una ricerca sul motore Altavista, che mi evidenziò il libro di Irene Crippa in cui si parlava anche di lui e delle sue imprese…
il grande insegnamento che ne ho ricavato (oltre alla saggezza contadina a cui mi sono abbeverato, nonostante fosse un semplice benzinaio con la quinta elementare) è che si può essere grandi anche senza che necessariamente questo ti venga riconosciuto da tutti, semplicemente perché si è in pace con se stessi, consapevoli di aver fatto, e non solo per se stessi, quello che era nelle proprie possibilità. In questi casi si è grandi a prescindere…
Oggi, il mio rammarico è proprio questo: sono da sempre grato a chi in quel periodo ha eroicamente messo a repentaglio la sua vita per garantire alle generazioni successive (la mia compresa) le libertà di cui oggi possiamo ancora, fortunatamente, beneficiare…
se avessi conosciuto in tempo le imprese del “Pantera” (questo il suo nickname partigiano), avrei potuto manifestargli ancor più direttamente ed intensamente questa mia “generica” gratitudine…
avrei potuto non solo essere ancor più orgoglioso di Peppino, ma avrei anche potuto trovare il modo di dirgli quanto lo fossi…
gli avrei potuto dire che sì, chissenefrega se lui non era riuscito, come gli altri papà, a mostrare a suo figlio la forza del suo fisico…
l’aveva già fatto, in un momento in cui era più importante farlo, quando altri uomini avevano preferito “svicolare”…
ecco, questo non son riuscito a dirglielo, e spesso lo vivo come un peso…
In questi anni mi è capitato più volte, soprattutto in occasione di eventi per me importanti, ad esempio i grandi eventi al Cep, di pensare con un pizzico di entusiasmo ”Ecco, ora telefono a Peppino e glielo dico”, salvo poi realizzare, in un attimo, che Dio mio, che pirla… no, non avrei potuto chiamarlo…
Beh, la Festa del Papà la faccio lo stesso con lui, la facciamo dentro di me…
Riattivo i microchip della memoria di continuo, per essere pronto…
il giorno in cui mi capiterà di riuscire a raggiungerlo, ho già l’elenco delle cose da dirgli ed una copia del libro di Irene Crippa da portargli, con una dedica particolare…
“Belin, Peppino, però potevi dirmelo…
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