“…a Costa c’era grande gente, con la G maiuscola…
c’era la semplicità delle cose e dei gesti…
l’A1? Cosa cambiava…nulla.
Tutto a misura d’uomo e donna…”
Giovanni Lucchesi, l’allenatore che nel 2010, con la nazionale Under 18 capitanata da Nene Diene conquista il titolo europeo, nella stagione 1995/1996 è alla guida del Basket Costa neo promosso in Serie A1 Femminile.
La squadra, nonostante qualche comprensibile défaillance iniziale, si comporta benissimo, chiudendo all’8^ posto, qualificandosi anche per la Coppa Ronchetti, una delle coppe europee di quel periodo.
Lucchesi ed il Basket Costa non riescono però ad assaporare a lungo quel risultato…
improvvise difficoltà economiche costringono la società a rinunciare al massimo campionato nazionale, ripartendo dal livello regionale.
Coach Lucchesi si ferma quindi a Costamasnaga una sola stagione, più che sufficiente però a creare nel suo cuore un posto, permanente, per Costa e “la sua gente”…
Ne dà ampia testimonianza il virgolettato iniziale, tratto infatti da un suo scritto del 2002, anno in cui la società brianzola (che ho avuto il privilegio di fondare nel 1972) festeggiava i suoi primi 30 anni di vita.
Se Costamasnaga ed il suo impareggiabile ambiente hanno lasciato questo indelebile ricordo in chi lo ha vissuto per un solo anno, si può ben immaginare quale possa essere il posto nel mio cuore, visto che oltre a dare il via a questa incredibile storia l’ho pure vissuta per 21 anni, fino al mio trasferimento dalla Brianza a Genova…
A Costamasnaga sono tornato più volte in questi anni, spesso in occasione di imperdibili appuntamenti sportivi (come ad esempio le varie promozioni che hanno riportato Costamasnaga sul più importante palcoscenico nazionale) così come in occasione di eventi particolari (Donna è Basket, Drop the Mask – Basket senza barriere), in cui Bicio Ranieri (il deus ex machina di Costa) mi ha affidato microfono e conduzione, come ai tempi dei tradizionali eventi di sport e spettacolo tra il 1985 ed il 1992…
E’ stato così anche questa volta, ed ovviamente per nulla al mondo avrei rinunciato ad essere presente…
E’ il 19 giugno, ed a Costamasnaga si celebrano i primi 50 anni del Basket Costa…
Il programma prevede, nel pomeriggio, il racconto di questa incredibile storia, con la presenza di una folta rappresentanza delle varie formazioni che si sono avvicendate in questi 5 decenni…
Ancora una volta Bicio mi affida il microfono, e non ho alcun motivo per sottrarmi, anzi…
Nelle settimane precedenti ci siamo fatti parte attiva per raggiungere il maggior numero possibile di protagonisti e protagoniste che non si vedono da anni…
i vituperati social offrono la loro parte migliore, facilitando ricerche altrimenti impossibili…
il mio racconto trova così un importante supporto non solo dalle foto d’archivio che scorrono su un grande schermo ma anche, se non soprattutto, dalla presenza di chi in quelle foto, in maglietta e pantaloncini, esibisce, comprensibilmente, un aspetto decisamente più giovane…
Mi è capitato più volte di raccontare, per sommi capi, gli inizi di questa storia…
di solito la faccio partire da quel giorno dell’estate 1972 in cui, in rappresentanza di una squadretta maschile di Lurago d’Erba, prendo il mio motorino (avevo 18 anni), vado “al di là del Lambro”, e da Lurago raggiungo Costamasnaga.
Lì c’è un negozio di oreficeria, e chiedo al titolare Roberto Consonni di sponsorizzare le nostre magliette con le 30.000 lire necessarie per acquistarle…(e nessuno poteva immaginare, in quel momento, di quanto si sarebbero amplificate, ogni anno, quelle 30.000 lire…)
Stavolta però inserisco, nel racconto di questi inizi, un dettaglio ancora precedente.
tutto iniziò così…
E’ il 1970, la pallacanestro, che per giunta non trova molto spazio manco sul quotidiano che leggiamo in famiglia, il “Corriere”, non suscita in me alcun interesse.
Un compagno delle superiori, Antonio Marelli (di Cascina Amata di Cantù), mi invoglia ad andare a vedere una partita a Cantù…
ed il 18 ottobre 1970 sono sugli spalti (settore distinti) della mitica Palestra Parini…
Cantù vince 91-78 con la Splugen Venezia di Ubiratan, ed è amore a prima vista…
Chissà, senza quel pressante invito di Antonio Marelli forse non mi sarei mai interessato al basket…
e tutta questa storia, chissà…
E’ il motivo per cui il 19 giugno l’inizio del racconto parte proprio da lui, da Antonio Marelli…
non ci vediamo proprio da quei tempi e rintracciarlo non è stato facile…
(Marelli è uno dei cognomi più diffusi a Cantù, e lui non frequenta i social…).
E’ stato più semplice rintracciare Bruno Brenna, nostro compagno di squadra, ed ora nello staff del Basket Costa…
è lui che nel 1972 mi suggerisce di contattare l’orefice di Costamasnaga…
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il racconto di mezzo secolo di storia…
E si dipana da lì, suddiviso in decenni, il racconto di questo mezzo secolo di storia…
…la squadra maschile, poi l’arrivo di Graziella, moglie di Roberto Consonni, e l’avvio dell’attività femminile, che poi diventa quella preponderante…
…il binomio con l’Unicef, nel 1985, e l’inizio di una nuova dimensione, quella che rende lo sport efficace veicolo di contenuti sociali…
…la “nascita” del Comitato Provinciale per l’Unicef, frutto di una perfetta sinergia con i compianti Graziella Consonni e Nino Ranieri (papà di Bicio), due splendide persone fondamentali per la costruzione e la crescita della società sportiva…
…nel 1991 la promozione in Serie B e l’inizio di un decennio pirotecnico, con la rapida scalata alla massima serie e la successiva dolorosa ma necessaria rinuncia…
…poi la lenta, progressiva rinascita, che passa attraverso un consolidamento del settore giovanile, che va di pari passo con i successi sportivi…
…i passaggi di categoria, gli scudetti giovanili, ed il ritorno nella massima serie, con ben tre campionati consecutivi ed il brillantissimo sesto posto della stagione appena conclusa…
la rinuncia, segno di grande maturità…
La decisione di rinunciare, per la prossima stagione, alla Serie A1 è, forse paradossalmente, il fiore all’occhiello dell’anno in cui si festeggia il mezzo secolo di vita…
un segno di grande maturità, la dimostrazione di non aver perso, nonostante i ripetuti successi, il senso della misura…
quello che ti consente, quando non puoi più permettertelo, di non farti influenzare dal luccichio della massima serie e portarti a consolidare il bene più prezioso che hai, il settore giovanile…
la base con la quale poter raggiungere, come già accaduto in passato, nuovi importanti traguardi sportivi, senza rinunciare alla propria identità…
una forte identità
un’identità che è fatta anche di attenzione ai temi sociali, che entrano a pieno titolo nel bailamme dei ricordi…
Dapprima la presentazione di “Atleta in famiglia”, il progetto (ideato da Simona Mori e diretto da Bruno Brenna) che qualche anno consente al Basket Costa di ospitare presso famiglie locali atlete provenienti da altre regioni.
Poi Luca Corsolini, non solo mio carissimo amico ma soprattutto amico del Basket Costa, conduce lo spazio in cui vengono presentate (e premiate) le nobili attività della Fondazione Candido Cannavò per lo Sport, qui rappresentata dal direttore Franco Arturi, e di Tam Tam Basketball, la “creatura” di Massimo Antonelli, arrivato a Costamasnaga da Napoli.
Portare il basket tra i carcerati, come fa la Fondazione Candido Cannavò per lo Sport, “costruire” come ha fatto Massimo Antonelli una squadra di “giocatori stranieri che si sentono italiani”, costringendo gli organi federali ad aggiornare norme feudali, sono “solo” due esempi di quanto lo sport possa essere strumento efficace in termini di inclusione sociale…
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Bicio Ranieri e Carolina Calato, coordinatrice dell’evento, consegnano il “maxiassegno” con un contributo sia alla Fondazione Cannavò per lo Sport che a TamTam Basketball.
Queste le rispettive motivazioni, riportate sulle targhe ricordo:
a Fondazione Candido Cannavò per lo Sport, per il suo impegno sociale ed in particolare per il suo lavoro per una “emancipazione totale e luminosa dello sport femminile“
(il virgolettato è tratto da uno scritto di Candido Cannavò)
a Massimo Antonelli, per aver trasformato il Tam Tam di un palleggio in un concreto strumento di inclusione sociale e di lotta al razzismo
un frullatore di emozioni attraverso le montagne russe dei ricordi…
e poi…
poi si spengono le luci, lasciando spazio al frullatore di emozioni che, come schegge impazzite, hanno condotto il mio cuore attraverso le montagne russe dei ricordi…
…i compagni di squadra dei primi anni ’70, molti (Carlo Conti, Carlo Rossini, Giulio Riva, Pierangelo Daga, Domenico Di Bussolo e Roberto Bertola) già incontrati in altre occasioni ma, come detto, Antonio Marelli non lo vedevo da quasi cinquant’anni e pure, da parecchio, Renato Pozzoli…
così come Giulio Mugnosso, “recuperato” grazie alle frequentazioni Fb di sua sorella Stefania…
da sinistra: Giulio Mugnosso, Pierangelo Daga, Bruno Brenna, Domenico Di Bussolo, Pippo Mandonico, Roberto Bertola, Giulio Riva, Carlo Besana, Antonio Marelli, Carlo Rossini, Carlo Conti, Renato Pozzoli
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…le “mie ragazze”, quelle che ho (si fa per dire) allenato 45 anni fa in attesa dell’arrivo di un vero allenatore…
dalla mia “capitana”, Roberta Ranieri, fino all’effervescente Chicca Mambretti (che abita nei pressi di Venezia e non ha voluto perdere questa occasione), a Marina Riva, Ornella Campanini, Pinuccia Sola, Mariolina Brenna, Carlina Buzzi, Luisa Sirtori, Cristina Pirovano e Franca Panepinto e Licia Rossini, queste ultime due timidamente rimaste a lungo sugli spalti prima che qualcuno mi avvertisse della loro presenza…
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…Massimo Serrentino, coach tra il 1986 ed il 1988, che dopo moltissimi anni ha potuto salutare Susanna, Stella Sicoli, Antonella Cattaneo, Cecilia Cattaneo, Laura Rota, Paola Brenna, Roberta Gala, Laura Cattaneo e Maria Grazia Fumagalli, la prima squadra con il logo Unicef sulle maglie…
da sin.: in piedi Barbara Pellis, Simona Tagliabue e Roberta Gala;
seduti: Susanna Giorato, Stella Sicoli e Massimo Serrentino (clicca per ingrandire)
…Laura Benaglia, Simona Tagliabue, Barbara Pellis, Roberta Panni, che con Susanna, Ivana Galliani e Maria Grazia Fumagalli furono protagoniste della bella cavalcata che portò nel 1991 al primo importante successo, la promozione in Serie B…
con Maria Grazia Fumagalli
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con Simona Tagliabue
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…una Serie B della quale fu protagonista Silvana Perego, un campionato di assestamento che l’anno successivo, con le “solite” Pellis e Tagliabue, conquistò la promozione in A2…
…un percorso che si completa nel 1995, con la promozione in Serie A1 della squadra condotta da coach Frigerio, che ha potuto salutare Manuela Gobbi, grande protagonista di quel campionato concluso, ad un attimo dalla festa finale, con un serio infortunio che la costrinse ad un lungo stop proprio nel primo anno in Serie A1 del Basket Costa…
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Questa è la parte di storia che ho maggiormente vissuto, non facendo mancare la mia presenza, anche dopo il trasferimento a Genova, in occasione delle tappe più importanti…
tutte le giocatrici, i giocatori, gli allenatori che ho citato erano presenti (spero di non avere scordato nessuno), altri non sono riusciti ad essere presenti chi per impegni di famiglia, chi perché già in vacanza…
alla fine, in ritardo causa “impegni da nonna”, è arrivata anche Bianca Panzeri, il “mio pivot” di fine anni ’70…
da qualche parte, se si è salvata dai vari traslochi di questi decenni, dovrei avere ancora una cornice con un bellissimo mega disegno che lei stessa aveva realizzato per me…
una pantera rosa che gioca a basket…
Anna, indimenticabile, ed il primo canestro di Susanna…
ricordi, piacevoli, che ne aprono altri con un palpitante effetto domino…
come gli aneddoti dei tantissimi eventi mediatici che hanno caratterizzato i primi vent’anni, già racchiusi nel racconto “quella volta che”, alla pagina www.carlobesana.it/costamasnaga/…
un racconto che si conclude con un episodio doloroso…
la scomparsa, nel corso di una festa di squadra sul lago, di una nostra giocatrice, Anna Scandelli…
quando entro nella palestra di Costa il canestro sulla sinistra mi ricorda la sera dell’esordio di Susanna con la prima squadra, in un’amichevole di fine estate…
Susanna entra in campo in occasione di una palla a due in attacco, nella quale è impegnata proprio Anna, che la invita a mettersi sul cerchio sul lato di attacco, facendole un segno con lo sguardo…
avrebbe cercato di toccare la palla verso di lei…
e ci riesce…
primo pallone tra le mani di Susanna, giro sul piede perno, canestro…
guardo l’orologio sulla parete, mancano pochi minuti alle 22…
un momento indimenticabile per Susanna…
ma per me sono anche indimenticabili i dettagli di quella sera sul lago, quando tocca a me comunicare telefonicamente ai suoi parenti la scomparsa di Anna…
non ce l’ho fatta a ricordare pubblicamente Anna…
non so se sia giusto, probabilmente no, ma non ce l’ho fatta…
abbiamo ricordato le varie persone che sono state importanti per il Basket Costa e non ci sono più, in primis Graziella Consonni e Nino Ranieri, e sono certo che, come per loro, anche per Anna ci sia un posto speciale nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerla…
(nella foto qui sotto Anna è la seconda da destra)
in piedi, da sin.: Susanna Giorato, Stella Sicoli, Cristina Frigerio, Roberta Ranieri, Maria Grazia Fumagalli, Simona Mereghetti, Laura Rota, Mariella Galbiati, Cecilia Cattaneo, Carmela Reina, Marina Riva, Antonella Cattaneo, Anna Scandelli, Mariolina Brenna
accosciati: Il massaggiatore Guido Battello, Bicio Ranieri e coach Erminio Saldarini
(clicca per ingrandire)
per me, con lo scorrere inesorabile del tempo, si sedimentano sempre più i ricordi di tutto il periodo vissuto a Costa e con Costa, le persone con le quali ho condiviso speranze, gioie e delusioni sportive, progetti sociali…
le cene post partita che, come ricorda Lucchesi, trovavano motivo di festa o di consolazione grazie alla buona cucina di Stefania e Teresa, che ho rivisto con un mix di piacere e nostalgia…
e come ho iniziato, chiudo facendo mie le dolci parole di Giovanni Lucchesi:
“Io sono stato bene a Costa, ed a Costa ho lasciato il cuore, forse l’ultimo entusiasmo genuino, incondizionato verso il basket…
il dolore per la fine di quella ‘vita’ è stato ancora più profondo, più amaro, più duro da accettare, più difficile da superare…
restano i ricordi, resta l’amicizia per coloro che magari non vedo da anni ma che ho dentro, nella cassaforte dei ricordi belli e puliti…”
(in piedi, da sinistra: Bicio Ranieri, Barbara Pellis, Maria Grazia Fumagalli, Antonella Cattaneo,
Susanna Giorato, Stella Sicoli Roberta Gala e Massimo Antonelli;
accosciati: Carlo Besana, Laura Rota e Cecilia Cattaneo)
Altre foto
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la quasi totalità delle foto pubblicate in questo post sono state scattate da Domenico Conti